Con la consapevolezza che ciò che è accaduto a Genova rappresenta un fallimento anche per lo Stato italiano, occorre ricordare che questa tragedia annunciata presenta due livelli di responsabilità: quello del decisore politico sulle grandi opere e sul modello di sviluppo da perseguire e quello della realizzazione e gestione in regime di concessione, dove il concetto di trasparenza (scandalosamente) non esiste e dove di fatto vige un sistema di oligarchie simil soviet.

Alla luce di ciò, egregio on. Graziano Delrio, da giornalista e da cittadina italiana vorrei porle tre domande inerenti alla sua precedente funzione di ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ruolo ricoperto dal 2 aprile 2015 fino al 1° giugno 2018.

Quel che resta del ponte Morandi

Quel che resta del ponte Morandi

1) Come è possibile che sia stato apposto il segreto di Stato su parti fondamentali degli atti convenzionali relativi alle concessioni autostradali, cioè quelle sui i contenuti economico- finanziari del contratto? Non sarebbe l’ora di toglierlo del tutto, dato che non si conoscono interamente i contenuti né della convenzione del 1997, né di quella del secondo Governo Prodi del 2007, né gli atti aggiuntivi del 2013 e del 2015 dei Governi Letta e Renzi?

2) L’attuale ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, parlando dal luogo del disastro crollo del ponte Morandi a Genova che (ad ora) ha causato 43 vittime innocenti, ha detto che il ministero si costituirà parte civile.
«Chi ha sbagliato deve pagare fino alla fine. La prima cosa che faremo è andare a guardare la convenzione con Autostrade per l’Italia e revocarla, e sanzionare pesantemente coloro che non hanno adempiuto a obblighi contrattuali chiarissimi, quelli della manutenzione». Alle parole del ministro si sono aggiunte quelle del Procuratore capo di Genova Francesco Cozzi: «Prime indagini sulla società autostrade: ci chiedono il pedaggio, il minimo che ci possiamo aspettare è che non ci crolli addosso il ponte. Non è stata una fatalità, ma un errore umano» a provocare il crollo del ponte a Genova.

Ebbene, on. Delrio, su quali basi è avvenuto l’allungamento della concessione, dalla data prevista del 2038 fino al 2042, definito il 5 luglio 2017 tra lei e la commissaria alla Direzione Generale della Concorrenza (DgComp) Margrethe Vestager? Secondo il piano concordato da Bruxelles con il governo italiano, le suddette proroghe delle concessioni autostradali ad Autostrade per l’Italia, società controllata del gruppo Benetton, che gestisce anche il tratto di A10 dove è crollato il ponte prevedono ovviamente anche la manutenzione, che garanzie aveva richiesto lei in merito?
E perché durante il periodo delle privatizzazioni tutte le concessioni sono state rinnovate senza alcuna gara pubblica?

3) L’ex senatore ligure Maurizio Rossi, eletto nel 2013 in Parlamento con Scelta civica, l’aveva avvertita per ben due volte, il 20 ottobre 2015 e il 28 aprile 2016, dei problemi di sicurezza del viadotto Polcevera dell’autostrada A10 (chiamato ponte Morandi) attraverso due interrogazioni parlamentari. Perché non le ha ritenute degne di interesse?

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