Il secondo trimestre si è chiuso con una forte accelerazione al rialzo del Silver (+35% dall’inizio dell’anno), del Gold (+28%) e delle Gold&Silver Stocks.
Le azioni minerarie su Oro e Argento segnano in larga parte rialzi a tre cifre e la maggior parte di queste aziende è salita di quasi il 200% dai minimi del 2015.
È un segnale molto incoraggiante che sembrerebbe indicare la difficoltà da parte delle bullion bank di mantenere i prezzi dei metalli preziosi stabili.
C’è da dire che lo scenario finanziario di riferimento invece di migliorare si è ulteriormente deteriorato ed in maniera significativa.
La crisi del sistema bancario europeo, mai risolta, sta entrando in una nuova fase di intensità. Certamente non è la Brexit la causa della crisi anche se l’uscita dell’Inghilterra dal progetto europeo ha messo ancor più in evidenza tutta la fragilità del sistema finanziario.
Pensate che nel Venerdì nero post Brexit i mercati azionari mondiali hanno perso circa 2 Trilioni di USD di capitalizzazione. Non si era mai registrata nella storia una simile perdita in un solo giorno. Se includiamo anche quanto accaduto il lunedì seguente, le Banche Europee hanno perso in 2 giorni, intorno al 25% del loro valore.
La lista degli istituti di credito in difficoltà è lunga, anzi lunghissima ed interessa quasi tutti i paesi: Germania, Francia, Spagna, Italia, Svizzera, Inghilterra.
Oltretutto, salvare gli istituti di credito è sempre più complesso e in Italia lo sappiamo bene visto l’iter autorizzativo difficile che ha dovuto superare il nostro paese per ricapitalizzare le due banche venete, peraltro con soldi quasi interamente privati e non pubblici del neonato fondo Atlante.
Bisognerebbe chiedersi cosa accadrà quando sull’orlo del fallimento ci sarà uno dei colossi bancari europei! A titolo di esempio la Deutsche Bank ha Attività in bilancio pari al 70% del PIL della Germania e contratti derivati per circa 25 volte il PIL;
lo Stato Tedesco non sembra grande abbastanza per assorbire una banca in dissesto di tali dimensioni.
Il tema chiave è quello delle sofferenze che continuano a crescere ed anche il trend delle cosiddette delinquency, cioè la percentuale di debitori che hanno smesso di pagare le rate di mutuo, che è in rialzo tanto in Europa quanto in America.
Proprio in America la percentuale di aziende morose ha raggiunto livelli superiori a quelli della crisi del 2008 e questo è ancora più preoccupante se si considera che tra la fine del 2016 ed il 2017 sono in scadenza debiti per un ammontare estremamente più alto rispetto a quello degli anni precedenti.
Come potranno le aziende far fronte al pagamento di questi debiti se già oggi hanno grosse difficoltà nel pagare le rate?
Il tentativo disperato delle Banche Centrali di portare i tassi di interesse a valori negativi non ha al momento prodotto i risultati sperati.
Inoltre tutto ciò sta implicando un crollo delle rendite finanziarie ed alla fine di Giugno le obbligazioni con rendimento negativo ammontavano a circa 12 trilioni di USD.
La Germania e la Francia hanno in circolazione più di 1 trilione di obbligazioni con rendimenti sotto lo zero ed anche il debito italiano sino alla scadenza dei 3 anni presenta rendimenti negativi.
Il memorabile Greenspan (ex presidente della Fed) intervistato sulla CNBC ha dichiarato che una situazione tanto grave non l’aveva mai vista neanche nel 1987 (quando fallirono centinaia tra le Saving Banks) ed a suo avviso in contesti come quello che stiamo vivendo se ne uscirà con un alta inflazione.
Chi compra Oro e Argento cerca proprio protezione dal fallimento del sistema bancario e dalla grande inflazione o se preferite dalla svalutazione delle monete cartacee.
È la domanda cresce ed in maniera vigorosa!
Basti pensare che nei primi 6 mesi di quest’anno sono state comprate solamente tramite Etf e Fondi di investimento circa 20 milioni di once d’Oro che è un ammontare pari al 41% della produzione mondiale annuale del metallo Giallo.
Mai si erano visti acquisti di tale entità negli ultimi 10 anni e nell’anno record che fu il 2009, furono acquistate 21 mln di once d’Oro ma nel corso dell’intero anno.
Per quanto riguarda l’Argento, la fortissima domanda di fisico sta comportando anche una discesa significativa delle riserve depositate sul Comex.
Ebbene restano riserve per solo 23 milioni di once che è il valore più basso degli ultimi 10 anni.
Considerate che nel 2011 quando il prezzo del Silver raggiunse i 49 Usd l’oncia, le riserve di argento sul Comex erano, seppur di poco, più alte (26,4 Mln) dei valori attuali ed inoltre i contratti aperti erano molti meno – 750 milioni di once verso il miliardo di questi giorni.
Un altro dato interessante riguarda l’America che nel 2015, includendo lingotti è monete, è diventata il paese con i maggiori acquisti di argento fisico al mondo.
Non possiamo escludere che possa essere anche la Federal Reserve ad aver cambiato strategia e per salvare il sistema finanziario potrebbe aver deciso di portare avanti una politica di svalutazione del dollaro verso Oro. Ciò consentirebbe di avere uno shock dei prezzi dei beni reali e quindi una rivalutazione sia degli attivi delle banche e sia dei collaterali dati a garanzia dei prestiti.
In ogni modo si percepisce che qualcosa di importante sui metalli sta per accadere e probabilmente non siamo così distanti dal “repricing” del Gold e del Silver verso USD.
D’altronde negli ultimi 25 anni il debito mondiale è cresciuto di 10 volte, passando da 20 a 230 Trilioni di dollari – 90 Trilioni dei quali creati negli ultimi 10 anni, mentre va ricordato che ai prezzi correnti ogni anno la produzione mondiale di Oro è pari a circa 110 miliardi di USD di quella di Silver a circa 16 miliardi di USD.
Sono quindi irrisori i controvalori delle Once nuove che arrivano sul mercato mentre risultano troppi i trilioni di nuova moneta che annualmente entrano in circolazione.
Questa considerazione è ancora più evidente se analizziamo l’incidenza di tutti gli investimenti in Gold e Silver rispetto al totale dello stock delle attività finanziare nel mondo. Potrà sembrare strano ma il peso dell’Oro è solo dello 0,58% ed il peso del Silver è un irrilevante 0,013%. Nel 1980 il peso, seppur non particolarmente alto, risultava ben più alto (5% per il Gold e 0,25% per il Silver).
Non è inverosimile attendersi un recupero di questo peso nei prossimi anni, sapendo che se ritornassimo vicini ai valori percentuali del 1980 il Gold dovrebbe valere 10.000 USD l’oncia ed il Silver 320 USD l’oncia.
Sono valori altissimi e li ho voluti indicare solo per far comprendere quanto siano sottovalutati i metalli rispetto alle dimensioni raggiunte dal sistema finanziario mondiale.

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