Il desiderio di poter scegliere

La grande battaglia politica e ideologica si sta davvero spostando . Da destra e sinistra , a chi vuole ancora far scegliere le persone e chi no , perché ritiene non siano in grado. Ricordate i commenti post Brexit? Moltissimi intellettuali, e grandissima parte dell’ establishment sostenne che su certi temi “ non si può far scegliere il popolo” oppure che “cosa ne sa il pensionato o il contadino del Brexit?”. Lo stesso avviene per il referendum in Italia. Un senato che ratifica i trattati internazionali e le leggi quadro europee composto da NON eletti significa in mano a pochi poteri. Che certamente capiscono più del contadino ma anche dell’ architetto o dello scultore o dell’ attore famoso. Ma faranno gli interessi di tutti oppure solo delle élites? Sono stato da sempre sostenitore della “patente per votare” . Perché ho sempre pensato che non si può andare a votare senza un minimo di cultura e di conoscenza di quella materia che un tempo si chiamava “ educazione civica” . Saper se si sta votando il governo o il parlamento o il premier. Devo però ammettere che da un lato l’ establishment ha dimostrato più volte di non rispettare il voto popolare (vedi referendum su UE e costituzione europea fatti rivotare sino a che non è uscito il risultato voluto) e dall’ altro coloro che hanno le leve del potere hanno dimostrato di usarlo malissimo inventando ad esempio la moneta unica (oggi sono più o meno tutti d’accordo almeno sul fatto che sarebbe stato meglio non entrarci per nulla) e promulgando leggi assurde dalla UE senza minimamente capire (o forse si?) che avrebbero distrutto il lavoro di molti (vongole-frutta – latte-nocciole- olio oliva e altre 1000 leggi stupide) . La distanza tra i palazzi del potere e i lavoratori è davvero aumentata a dismisura. La ricchezza si concentra in poche mani e il potere anche . Il dialogo è difficilissimo. “ Il popolo ha fame, manca il pane “ dicevano alla Regina di Francia . E quella ingnara rispose “ dategli brioches” , non rendendosi conto della situazione.  E’ quello che accade oggi se vogliamo essere buonisti con l’ establishment . Se invece vogliamo essere ancora più realisti ,  tutto questo è provocato volutamente. Poco tempo fa ad esempio Bini-Smaghi durante un incontro di presentazione di un libriccino che aveva scritto , disse chiaro e tondo che “ le crisi servono a far accettare alla popolazione , cambiamenti altrimenti difficili da accettare”. Stessa cosa disse Mario Monti qualche anno fa. Padoa-Schioppa invece andò più in là affermando che : «un programma completo di riforme strutturali deve oggi spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola e in altri ancora». Obiettivo, letteralmente: «Attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna».

Io non so se Padoa-Schioppa abbia mai provato sulla sua pelle o su quella della sua famiglia “ la durezza del vivere “ , ma sono abbastanza certo di no.

In uno studio di JP Morgan si legge ancora che  «I problemi economici dell’Europa sono dovuti al fatto che i sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati in seguito alla caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell’esperienza. Le Costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo». E poi «I sistemi politici e costituzionali del Sud presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti, governi centrali deboli nei confronti delle regioni, tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori, tecniche di costruzione del consenso fondate sul clientelismo, il diritto di protestare  (cosa terribile davvero) se i cambiamenti sono sgraditi.

Questa lontananza tra vertici delle istituzioni e il popolo, tra i rappresentanti e rappresentati , non porterà nulla di buono.  Alla fine ci sarà una rivoluzione se non si invertirà il processo. Ed in Francia in Spagna , Grecia e molti altri paesi avviene lo stesso processo.

Da sommare a questo,  il folle  progetto  di rinnovamento della popolazione , sostituendo gli italiani con immigrati . Senza alcuna possibilità di scelta tra quali immigrati accettare . E qui si accenderà la miccia della ribellione a mio avviso . Da che il mondo esiste i trasferimenti di tante persone sul territorio di altri hanno portato a problemi di ordine pubblico. Oltretutto qui non si stanno trasferendo persone abbastanza simili per religione, usi e modi di vita. Se arrivassero sudamericani o persone dall’est europa sarebbe meno complicato. L’ Italia ha bisogno di forza lavoro? Si stabilisca quante unità e si importino quelle. Ma da paesi che siano non troppo distanti come modi di vita. Tutti gli altri si facciano tornare a casa loro. Con la eccezione di chi scappa dalla guerra. Ma anche chi scappa dalla guerra perché non va in un paese limitrofo ed arriva sino in Italia?

La distanza con la quale viene governato questo flusso migratorio è inconcepibile.

Io credo che gli italiani vogliano ancora scegliere. Oppure come dicono altri sarebbe meglio farci governare direttamente dalla Merkel?

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