Alla fine di un trimestre caratterizzato da una volatilità straordinaria ed un crollo degli indici azionari e delle materie prime (petrolio in testa) con pochi precedenti, l’Oro chiudendo con un + 5,6% ha ricoperto il suo ruolo primario che è quello di bene rifugio.
La peggior performance l’ha segnata il petrolio con un -67%, seguito dall’indice delle materie prime con un – 31% e dagli indici azionari, con un -23% del Dow Jones (peggior performance in un trimestre da 124 anni) ed un -20% dello S&P.
Sorprendente il movimento del Silver con un -23%, in evidente controtendenza rispetto all’Oro, e del Gold Silver Ratio che ha raggiunto il valore di 120.
Mai nella storia millenaria dei metalli, l’Argento è stato così sottovalutato rispetto all’Oro e appare surreale che ci vogliano 120 Once di Argento per comprare 1 Oncia d’Oro.
Nel contesto di panico e di bassissima liquidità dei mercati è stato fin troppo semplice per la manipolazione, provocare una discesa violenta e generalizzata dei metalli preziosi. Il Palladio, il Silver e l’Oro che scambiavano rispettivamente intorno ai $2500, a $17,5 e a $1670, dopo il crollo segnarono rispettivamente un minimo a $1300 (-48%), $11,8 (-32%) e $1480 (-11%). Tutto ciò si è verificato nonostante si osservasse, durante la discesa, una fortissima domanda di metallo fisico, in particolare di monete e di lingotti di taglio più piccolo.
Molti rivenditori di metalli preziosi hanno segnalato che gli acquisti così rilevanti e concentrati non si erano visti né a seguito dell’attacco terroristico alle torri gemelle e né durante il fallimento della Banca Lehman Brother. Ed infatti, in poco tempo, in diversi hanno comunicato l’esaurimento dello stock di monete di Gold e Silver nonché di lingotti di piccolo taglio.
Le monete da 1 Oncia d’Oro hanno iniziato ad essere vendute con premi di oltre il 30% rispetto al prezzo del fisico, più marcato il premio sulle monete da 1 Oncia di Argento arrivate a segnare valori oltre il 70% rispetto al prezzo del fisico. Probabilmente anche per questo motivo, l’Oro è tornato velocemente ai prezzi di pre-pandemia, ed il Silver è risalito di 3 dollari l’Oncia.
Peraltro, ad inizio aprile il recupero è proseguito, tant’è che l’Oro ha segnato verso il dollaro il massimo dal 2012 ed il Silver pur restando a prezzi estremamente bassi ha registrato un rialzo del 10%.
Certamente questa Pandemia sta mettendo in difficoltà diversi Stati dal punto di vista sanitario ed economico, tuttavia la stessa si è innestata nell’altra crisi, per certi versi più profonda in quanto ormai consolidata, del sistema finanziario e monetario.
Infatti, già nell’ultimo trimestre del 2019 la Federal Reserve era dovuta intervenire massicciamente sul mercato, iniettando complessivamente circa 300 miliardi di dollari di liquidità per sostenere qualche banca in evidente difficoltà di rifinanziamento e per stabilizzare i tassi del mercato monetario (l’Overnight Rate registrò tassi sino al 10%). Senza dimenticare che il debito mondiale viaggia intorno al 320% del GDP con il debito privato e quello pubblico che continuano a segnare nuovi massimi. Anche il debito pubblico americano ha da poco superato il nuovo massimo di 24 trilioni di dollari e a seguito delle azioni annunciate dal Tesoro e dalla FED (il FMI stima in 8 trilioni di dollari gli interventi collegati ai piani comunicati) per sostenere l’economia ed i mercati, i numeri tenderanno a salire in maniera esponenziale. A conferma di quanto appena detto, basterebbe osservare l’attivo della FED, passato dai $4,2 trilioni di inizio marzo di quest’anno ai $6,2 trilioni di aprile.
Inoltre, il debito in scadenza dei paesi emergenti nel 2020 è di quasi 6 trilioni di dollari e, con la depressione in atto, sarà complesso trovare investitori disposti ad investire in queste aree considerate tra le più rischiose. Forse anche per questo la FED ha annunciato il QE (nuova emissione di moneta) illimitato e l’estensione ai junk bond ed hai leverage loans quali attività acquistabili. Si badi bene che non si tratta di finanziare le banche accettando collaterali di bassissima qualità, ma di acquisti a titolo definitivo da parte della FED.
La situazione deve essere disperata e quindi ormai compromessa se il Tesoro americano e la Fed hanno approvato politiche di tale entità ed era inevitabile che il mercato reagisse cercando rifugio nell’Oro.
La questione si sta oltretutto complicando poiché il mercato della carta dell’Oro inizia a dare segni di destabilizzazione.
Ciò risulta evidente dal premio che il future ha incorporato rispetto al prezzo del fisico (circa 50 dollari) e dall’incapacità delle bullion banks di rispettare le consegne di Oro sul contratto future con delivery di lingotti da 100 once.
La situazione dovrebbe peggiore poiché quest’anno la domanda di metallo fisico si scontrerà con una forte riduzione dell’offerta.
Infatti, nelle ultime settimane moltissime miniere hanno interrotto la produzione a causa della Pandemia. Sull’argento si stima che nel mese corrente la produzione di Silver possa scendere del 40%/50%. Oltretutto con i prezzi a 15 dollari l’Oncia, le Silver company potrebbero ritardare la vendita del metallo in attesa che i valori tornino sopra il costo di estrazione (il CEO di First Majestic Silver, ad esempio, ha dichiarato in una recente intervista che sino a quando riuscirà, non venderà la produzione di argento a questi prezzi).
Un altro elemento che gioca a favore del settore minerario è la caduta del prezzo del petrolio che costituisce una delle variabili di costo più importanti.
Dovremmo quindi assistere nel 2020 a prezzi di estrazione dei metalli inferiori rispetto a quelli dello scorso anno.
Per concludere, il QE senza limiti annunciato dalla FED è un segnale inequivocabile della disfatta del sistema dollaro e credo che determinerà una accelerazione della fase terminale dell’attuale sistema monetario.
La Pandemia in corso potrebbe essere sfruttata per giustificare il ridisegno delle regole monetarie, introducendo con alta probabilità una nuova moneta di riserva mondiale in sostituzione del biglietto verde.
Nell’attesa di conoscere il nuovo accordo, con la Cina e l’Europa, non resta che proteggersi accumulando Gold e Silver, privilegiando il Silver proprio in considerazione della sua sottovalutazione rispetto all’Oro.