I figli adolescenti possono  essere più stressanti del lavoro, in particolare per i padri.  Lo dice una ricerca appena presentata che mette in guardia soprattutto i papà a non smettere di fare i papà.
Lo sostiene don Mazzi, anche nel suo ultimo libro “E’ severamente proibito fare figli”  (Cairo, 14 euro). In un incontro che ha tenuto con alcuni genitori ha esortato i papà di figli adolescenti con un piccolo decalogo di buone regole.
La prima: “Il padre deve tirare fuori il figlio dalla gabbia“.
Per chi poi vuole avere qualche  parola illuminante, “Se” la lettera di Kipling e quella di Einstein ai loro rispettivi figli. E un video che sta girando in questi giorni per ricordare che le nostre azioni, grandi o piccole, sono l’esempio che loro ripeteranno.
E auguri, a tutti i papà.
1 –  La ricerca
“Sono soprattutto i papà che  devono stare attenti: spesso tendiamo a calmare le nostre ansie e  preoccupazioni credendo che alcuni comportamenti dei nostri ragazzi  siano normali, poichè condivisi da molti. Come ad esempio l’idea che  fumare spinelli a 15-16 anni sia normale perchè lo fanno tutti”.

L’appello ai papà  arriva da Paola  Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione europea  disturbi da attacchi di panico (Eurodap), dopo i dati diffusi in  questi giorni sull’uso delle droghe e il caso dei quattro ragazzi dell’Istituto Galilei di  Milano finiti in ospedale dopo uno spinello fumato a scuola.

«I genitori con figli adolescenti hanno un tasso di stress molto elevato: l’adolescenza è un momento di profondo cambiamento che  provoca spesso ansia e paura, talvolta celate da strapotenza e  indifferenza – dice l’esperta
  I ragazzi cercano spesso un rifugio  che li faccia sentire protetti e sicuri e lo trovano nel gruppo,  nell’abuso di sostanze come alcool e cannabis. Molti padri si trovano  ad essere incapaci di affrontare questi comportamenti giovanili che  non condividono, ma poi subiscono».
Secondo Vinciguerra «alcuni uomini, quasi  come forma di autodifesa, tendono a “normalizzare” le abitudini dei  figli solo per il fatto che sono comportamenti diffusi. Un approccio  che riduce l’attenzione e il controllo dei genitori».
Anzi avvalora  l’idea che quello adottato dal gruppo sia qualcosa di normale.
«Quindi diventa normale rientrare la sera alle 3 di notte a 16  anni, bere alcolici» e così via. «Rifugiandosi dietro false  normalità i genitori calmano le loro ansie, ma così  i  ragazzi rimangono soli, con le loro crisi adolescenziali,  manifestandole attraverso comportamenti di chiaro disagio», conclude  l’esperta, secondo cui ai padri spetta un ruolo importante: non  chiudere gli occhi davanti alle proprie paure e alle crisi dei figli  teenager.
2. Ecco cosa consiglia don Mazzi ai papà che hanno ragazzi nell’età dell’adolescenza.
Un’età dove –  ha detto – papà e figli sono più simili. Sono i papà che secondo don Mazzi, in questa specifica e difficile finestra di vita possono incidere in modo determinante. Come? Ecco qualche sua pillola:
– Il padre deve scoprire il suo vero spirito, la sua identità. Quello che davvero ha dentro al di là di tutte quelle sovrastrutture che un uomo “deve” imporsi
– Una volta scoperto deve tirare fuori il figlio dalla gabbia (dove gabbia sta per casa)
– Aiutare il figlio a liberarsi dalla madre che dovrebbe smettere di pensare di essere al mondo solo per educare i figli. Il momento importante è la cena. Inventatevi la cena, come occasione per stimolare la relazione.
– Cominciare a parlare del mondo in chiave positiva, leggere quello che avviene intorno in modo positivo perchè quello che educa in questa fascia di età è il fuori-casa, che ci piaccia o no. L’adolescente è figlio del mondo.
– Abituarli al ruolo delle emozioni. Il padre deve essere un allenatore che sa di avere davanti un piccolo uomo o una piccola donna da allenare alla vita. E quindi anche alla sconfitta, alla gioia, al dolore. Mentre la madre è portata ad abbassare il livello della fatica, il padre non deve avere paura di non fare sudare mai il figlio. Perchè domani la vita sarà anche questo.
–  Il padre deve fare capire l’importanza del cambiamento che è fondante nella vita, non è una disgrazia.
– Fate capire la meraviglia dei cinque sensi, quando scopriranno altrimenti il corpo? Invece per l’adolescente le parole hanno un odore, odori che vengono dal cuore.

3 –  Ecco un bel video per papà (e mamme) per ricordarci che i bambini ci guardano e ci copiano. Sempre. 

[youtube L11s56ALon0]

3. “Se”, la lettera di  Rudyard Kipling (1920)  al figlio
Se riesci a conservare il controllo quando tutti  intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;

Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,

O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall’odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;

Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;

Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: “Tieni duro!”.

Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l’amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E – quel che è di più – sei un Uomo, figlio mio!

Rudyard Kipling

4 – La lettera di Einstein al figlio
Einstein nel 1915  si trovava a Berlino mentre la  moglie (da cui qualche anno dopo si separerà ufficialmente) viveva con i figli a Zurigo. E da qui il padre della relatività che scrive al figlio di 11 anni, Hans Albert. Una lettera dove gli spiegal’importanza della passione nell’apprendimento.
“Mio caro Albert,
ieri ho ricevuto con grande gioia la tua cara lettera. Avevo già paura che non mi avresti scritto mai più. Quando sono stato a Zurigo mi hai detto che per te è strano quando vengo lì. Perciò penso sia meglio incontrarsi in un altro posto, dove nessuno potrà metterci a disagio.In ogni caso farò in modo di passare ogni anno un mese intero insieme, per dimostrarti che hai un padre che tiene tanto a te e che ti vuole bene. Da me potrai imparare molte cose utili e belle, cose che altri non possono insegnarti facilmente.Ciò che ho realizzato lavorando così strenuamente non dovrà essere utile solo ad estranei, bensì, e specialmente, ai miei ragazzi.

In questi giorni ho portato a termine uno dei lavori più belli della mia vita e quando sarai più grande te ne parlerò.
Mi fa molto piacere che il pianoforte ti appassioni. Il pianoforte e la falegnameria sono a mio avviso le attività migliori da svolgere alla tua età, perfino meglio della scuola, perché sono molto adatte a persone giovani come te.

Al pianoforte, suona principalmente brani che ti piacciono, anche se l’insegnante non te li assegna. È questo il modo più efficace di imparare:quando si fa una cosa con tale appagamento che non ci si rende conto del tempo che passa”.

Certe volte sono così assorto nel mio lavoro che dimentico di pranzare…

Un bacio a te e a Tete dal vostro papà.

Saluti alla mamma

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