Biiippp!
“Scusate qualcuno ha i compiti di inglese?”
“Io no”
“Neppure io”
“no”
“No, mi spiaaaaaaace!!!”
“Non li ho, sono in montagna”
“non li ho sono al mare”
“Forse io li ho ma devo tornare dalla gita… va bene verso le 19?”
Biiiip! Biiip! Bip Bip Bip Bip….

Storie ordinarie di gruppo whatsApp. Nello specifico, gruppo delle mamme. Ma vale pure per quello del calcio, del basket etc etc etc….  I compiti, i soldi della gita, i pidocchi,  la festa, la partita, il regalo… inutile dire che il gruppo wp delle mamme della classe è diventato uno strumento indispensabile per facilitare la comunicazione. In tempo reale, poni il problema e trovi la soluzione.

Peccato che come tutti gli strumenti della nuove (ma per quanto tempo continueremo a chiamarle nuove?) tecnologie ai tanti benefici dell’uso, corrispondano altrettanti abusi. Possibile che quando viene posta una domanda non venga neppure il dubbio che anche il silenzio sia una risposta?

Potremmo dire che vale la regola del silenzio-non assenso.
Alla domanda “qualcuno ha i compiti di geometria?” basta non rispondere,  tanto per entrare nel merito, perché 25 messaggini  con un “no” dietro l’altro che fanno sobbalzare il cellulare ogni secondo (anche se tenuto senza suoneria) sono non solo francamente inutili, ma decisamente inappropriati. Pensate con una certa latina pietas a chi ha più di un figlio con più di un gruppo pro capite. C’è chi decide per soluzioni drastiche: niente wp.  Un po’ come chi – in tempi non lontanissimi – non teneva la televisione in casa…

Detto questo, anche le mamme dovrebbero seguire un corso di Netiquette, ovvero l’etichetta della rete (sempre che non ce la facciano ad arrivarci da sole….)

Così abbiamo chiesto un veloce aiutino a Simona Artanidi, esperta di bon ton e galateo specie per quanto riguarda il business (ma in fondo anche quello delle mamme è un mondo di affari…)

Regole per l’uso dell’IM (instant messaging)

1 – Si usa solo se strettamente necessario. “WhatsApp – spiega Simona Artanidi – è un sistema veloce di comunicazione e come tale va utilizzato. Non bisogna abusarne. Il gruppo  permette di coinvolgere tante persone con un unico messaggio, ma senza disciplina il suo uso diventa selvaggio”. Aggiungerei quasi adolescenziale…

2 – Essere sintetici.  “Andare subito al punto. Non bisogna fare conversazione come di persona. Se qualcuno vuole approfondire o dare risposte più articolate prende il telefono e chiama. Ricordarsi che la sua vocazione è dare informazioni quando si è impossibilitati a usare altri mezzi (leggi voce e  telefono).

3 – Chi non ha una risposta, taccia. Chi non risponde non è scortese: semplicemente non ha la risposta. “Non bisogna farlo per cortesia – spiega Simona Artanidi –  WhatsApp è un botta e risposta”.  Se non c’è risposta, resta solo la botta. E nessuno si offende. Anzi ringrazia. “Siamo mamme e se c’è una scia di risposte è inevitabile voler buttare un occhio”. Ma l’inevitabile, spasmodico desiderio di volere essere presenti nella vita dei figli e quindi di non perdersi neanche una sillaba delle conversazioni di classe deve fare i conti con il rispetto del prossimo.
E qui si inserisce il galateo. Per essere più contemporanei la Netiquette, appunto il galateo della rete.
“Ci sono persone più pratiche, altre che hanno meno dimestichezza con la tecnologia  e non sanno che ci sono delle regole per l’uso”,  continua Simona Artanidi.

Suggerimento dell’esperta: “Quando si forma il gruppo c’uno spazio dove si può scrivere una frase che indichi una linea di condotta. Basta una frase: “si comunica solo l’essenziale” . Per il resto resta l’aperitivo di fine anno. O il caffé della mattina.

PS. Come ha fatto giustamente notare una mamma che ha letto l’articolo manca un’altra regola essenziale. Che aggiungo al volo…

4 –  No alle cerimonie. Si possono evitare i “grazie” e gli altrettanti “prego” in risposta dopo una qualsiasi comunicazione di servizio. Sono assolutamente inutili e, quindi, da eliminare

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