La Conferenza di Servizi: semplificazione e efficienza
La conferenza di servizi è un importante strumento di semplificazione utilizzato dalle pubbliche amministrazioni italiane anche per affrontare questioni legate alle infrastrutture. Questo strumento si rivela particolarmente cruciale quando si tratta di procedimenti amministrativi che coinvolgono la realizzazione, la modifica o l’ampliamento di infrastrutture pubbliche o private di interesse nazionale o locale. Inoltre, mira a accelerare i tempi procedurali e adottare un approccio più efficiente nell’affrontare questioni complesse che coinvolgono diversi soggetti e interessi.
La disciplina della conferenza di servizi è principalmente stabilita dagli articoli 14 e seguenti della Legge n. 241/1990, ma nel corso degli anni è stata soggetta a diverse modifiche legislative al fine di renderla più efficace e adattarla alle esigenze in continua evoluzione dell’amministrazione pubblica. Tra le leggi che hanno influenzato l’evoluzione di questo istituto, possiamo citare la Legge n. 127/1997, la Legge n. 15/2005, la Legge n. 69/2009, il Decreto Legislativo n. 78/2010, il Decreto Legislativo n. 70/2011, il Decreto Legislativo n. 179/2012 e il Decreto Legislativo n. 133/2014.
Tuttavia, una delle trasformazioni più significative è stata introdotta dalla Legge n. 124/2015, che ha conferito al Governo il compito di rivedere e riordinare l’intera disciplina della conferenza di servizi. L’obiettivo principale di questa riforma era quello di ridurre i casi di convocazione obbligatoria, semplificare i tempi e i procedimenti, rivedere i meccanismi decisionali e introdurre nuovi modelli di istruttoria pubblica e strumenti di composizione degli interessi pubblici.
In risposta a questa delega, è stato emanato il decreto legislativo del 30 giugno 2016, n. 127, che ha completamente riscritto la disciplina relativa agli articoli da 14 a 14-quinquies della Legge n. 241/1990. Questo nuovo decreto legislativo ha confermato la distinzione tra conferenza di servizi istruttoria e decisoria, offrendo alle amministrazioni coinvolte la possibilità di scegliere la modalità più adatta alle loro esigenze.
La conferenza di servizi istruttoria è ora facoltativa e può essere indetta dall’amministrazione procedente quando ritiene necessario esaminare contemporaneamente gli interessi pubblici coinvolti in un procedimento amministrativo o in procedimenti connessi che riguardano le stesse attività o risultati. Inoltre, la nuova disciplina introduce due modelli di conferenza decisoria:
- Conferenza semplificata: Questo modello rappresenta l’approccio ordinario alla conferenza di servizi e si svolge senza la necessità di una riunione fisica tra le amministrazioni coinvolte. Invece, le comunicazioni, le istanze e le determinazioni sono trasmesse telematicamente tra le amministrazioni partecipanti. Questo processo è regolato dall’articolo 14-bis della Legge n. 241/1990.
- Conferenza simultanea: Questa modalità prevede una riunione fisica delle amministrazioni coinvolte in casi specifici, come decisioni particolarmente complesse o su richiesta motivata di altre amministrazioni o del privato interessato. La riunione è prevista dall’articolo 14-ter della Legge n. 241/1990.
Entrambi questi modelli sono progettati per ridurre i tempi e semplificare i procedimenti, introducendo anche meccanismi di silenzio assenso in situazioni specifiche. La nuova disciplina garantisce anche che l’indizione della conferenza debba essere comunicata ai soggetti già destinatari della comunicazione di avvio del procedimento, offrendo loro la possibilità di intervenire e partecipare attivamente alla procedura.
Per quanto riguarda la conferenza di servizi semplificata, il procedimento si svolge principalmente in forma telematica, con termini perentori entro i quali le amministrazioni coinvolte devono prendere decisioni relative alla questione in oggetto. La mancata comunicazione delle determinazioni entro il termine previsto equivale a un assenso senza condizioni.
Nel caso della conferenza di servizi simultanea, sono previste regole specifiche per la rappresentanza delle amministrazioni coinvolte, e il termine per concludere i lavori è stabilito entro 45 giorni (90 giorni per le amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali o della salute). Anche qui, il silenzio assenso è considerato in alcune situazioni specifiche.
Una caratteristica importante della nuova disciplina è che la determinazione motivata di conclusione della conferenza sostituisce tutti gli atti di assenso delle amministrazioni coinvolte e dei gestori di beni e servizi interessati, semplificando ulteriormente il processo decisionale.
La procedura di superamento del dissenso qualificato prevede che l’opposizione possa essere proposta solo se è stata espressa in modo inequivocabile prima della conclusione dei lavori della conferenza. Il processo di opposizione viene gestito dal Presidente del Consiglio, e se si raggiunge un accordo, esso sostituisce la determinazione motivata di conclusione della conferenza. In caso di mancato accordo, la questione può essere rimessa al Consiglio dei ministri.
Gli interventi infrastrutturali, come la costruzione di strade, ferrovie, aeroporti, porti, reti energetiche e telecomunicazioni, richiedono spesso l’interazione di diverse amministrazioni pubbliche, ciascuna con competenze specifiche e responsabilità. La conferenza di servizi offre un quadro istituzionale in cui queste amministrazioni possono collaborare in modo più efficace, evitando duplicazioni e ritardi nei procedimenti.
La conferenza di servizi è un prezioso strumento giuridico italiano per semplificare e accelerare i procedimenti amministrativi che coinvolgono interessi pubblici multipli. La recente riforma ha introdotto importanti modifiche per renderla ancora più efficace e adattabile alle esigenze delle pubbliche amministrazioni e dei cittadini, contribuendo così a migliorare l’efficienza e la trasparenza del settore pubblico in Italia. La collaborazione tra le amministrazioni pubbliche e il coinvolgimento del settore privato rendono questo strumento ancora più efficace nella gestione delle complesse sfide legate alle infrastrutture del Paese.