Sulle tasse ci prendono in giro
Ma come? Non ci avevano detto che una delle priorità era il taglio delle tasse? E invece scopriamo che più tagliarle ne stanno trovando delle nuove. Alcune nascoste, altre ben visibili. In totale fanno circa 12 miliardi di imposte. Circa 9 miliardi se si tolgono i tre miliardi di euro destinati al taglio del cuneo fiscale (misura che riguarderà solo i redditi fino a 35mila euro e che dovrebbe tradursi in circa 40 euro di media al mese in più per i contribuenti interessati). Briciole. Soprattutto se si paragono alle entrate previste.
Anche sull’evasione fiscale prima ci avevano detto che il gettito sarebbe stato di circa sette miliardi, adesso invece la previsione del ministro dell’Economia Gualtieri è di circa 3 miliardi. Anche qui, avevano spacciato l’evasione fiscale come un’emergenza nazionale e poi le misure entreranno in vigore nel luglio 2020. E la misura principe è l’aumento delle pene detentive che porta con sé un’infinità di dubbi sulla sua reale efficacia in un paese in cui per i reati fiscali sono in pochissimi a finire in galera e sul rischio di ingolfamento dei tribunali.
E meno male che Conte difende la prima manovra del governo giallorosso specificando che parlare di “profluvio” di nuove tasse è “falsa propaganda”. Per lui tasse non ce ne sono. Niente tassa sulla plastica, niente tassa sui giochi, niente tasse etiche, niente sugar tax, niente minori detrazioni per i redditi alti, niente restrizioni per i regimi forfettari, niente microtasse (cedolare secca al 12,5%, imposta di registro triplicata, rincari sul gasolio, solo per fare alcuni esempi), niente di niente. La manovra è magica, insomma, ci sono le tasse ma non si vedono. Oppure si negano. Un esempio? Sulla cedolare secca per i canoni agevolati ci sarà un aumento dal 10 al 12,5%, ma siccome avrebbe dovuto arrivare al 15% il governo esulta spacciando per un abbassamento delle tasse ciò che in realtà è un aumento. Di sfoltire la giungla fiscale, di snellire la burocrazia, di semplificare il lavoro per le imprese, di un vero e proprio taglio delle tasse nemmeno l’ombra. Chiamatela come volete, ma tutto sembra meno che una manovra che punta alla crescita del paese. L’abolizione del superticket sanitaria da settembre e le agevolazioni per la ristrutturazione delle facciate di case e palazzi servono a far crescere il Paese? È vero, il grosso dei fondi a disposizioni sono serviti a evitare l’aumento dell’Iva. Ma siamo sicuri che non si poteva osare di più?