“Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”. Forse è il caso di rispolverare l’articolo 48 della Costituzione. Rispolverarlo e farlo rileggere a tutti quei politici che prima chiamano gli italiani al voto, li adulano e li blandiscono, salvo poi criticarli quando non votano per loro. Lacrime di coccodrillo, scaricabarile o alibi da perdenti: fate voi. Ma, a mio avviso, si dovrebbe parlare semplicemente di mancaza di rispetto. Grillo se la prende coi pensionati, i parlamentari pentastellati parlano di “Stato di coglioni” (vedi Emanuele Cozzolino), di “un’Italia prostrata culturalmente” (vedi Carla Ruocco), Dario […]