“Molti più di cento, di sicuro meno di duecento”

“Ho ucciso Giovanni Falcone. Ma non era la prima volta: avevo già adoperato l’auto bomba per uccidere il giudice Rocco Chinnici e gli uomini della sua scorta. Sono responsabile del sequestro e della morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, che aveva tredici anni quando fu rapito e quindici quando fu ammazzato. Ho commesso e ordinato personalmente oltre centocinquanta delitti. Ancora oggi non riesco a ricordare tutti, uno per uno, i nomi di quelli che ho ucciso. Molti più di cento, di sicuro meno di duecento”. Queste sono parole di Giovanni Brusca, ex uomo di Cosa Nostra e diventato poi collaboratore di […]

  

La lezione di Falcone alle toghe

Ora sono tutti a scandalizzarsi della commistione tra politica e magistratura, dei giochi di correnti, delle nomine decise a tavolino, dei favori, delle intercettazioni, dei processi mediatici. Come se il virus abbia infettato il mondo delle toghe soltanto adesso. Eppure, come ricorda oggi l’ex magistrato Carlo Nordio, “da sempre la politica la fa da padrona a Palazzo dei Marescialli e nell’Associazione nazionale magistrati”. Prima ancora, c’era un giudice che, dal 1982 al 1992, parlava coi suoi scritti, coi suoi interventi lontani dai riflettori mediatici, con le sue audizioni. Il suo nome era Giovanni Falcone. Basta rileggere le sue “lezioni” per […]

  

Lo sciacallaggio di Orlando

Sicuramente non è stato voluto, ma Matteo Salvini ha fatto un regalo a Giovanni Falcone e alla famiglia del giudice assassinato dalla mafia. Gli ha regalato la “diserzione” di Leoluca Orlando dalla commemorazione della strage di Capaci. E non è poco. Perché ogni anno Orlando era lì a presenziare davanti alla lapide di quel magistrato che ha osteggiato quando era in vita. Non sto qui a ricordare le accuse esternate a Samarcanda, se n’è scritto fin troppo. Ricordo invece le frasi che il giudice Falcone gli riservò per delineare il soggetto: “La cultura del sospetto è l’anticamera del khomeinismo, Orlando […]

  

Livatino, Falcone e la responsabilità civile delle toghe

Il 21 settembre di 24 anni fa, il giudice Rosario Livatino veniva ucciso in un agguato di stampo mafioso in Sicilia. Livatino aveva una idea molto netta e chiara sulla responsabilità civile delle toghe e la spiegò in delle riflessioni, quantomai attuali, che l’Ansa riporta alla luce. “Non esiste, si può dire, atto del giudice e più ancora del pubblico ministero che possa dirsi indolore. Ogni giudice, quindi, nell’atto stesso in cui si accingesse alla stipula di un qualsiasi provvedimento, non potrebbe non domandarsi se per caso dal suo contenuto non gliene possa derivare una causa per danni. E sarebbe […]

  

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