Il PD anti-italiano
La decisione del governo francese di richiamare l’ambasciatore da Roma ha provocato nel nostro paese un’accesa polemica politica che è sfociata con alcune prese di posizione grottesche e preoccupanti. Molti oppositori del governo tra giornalisti, politici, cittadini hanno manifestato il proprio dissenso per lo scontro diplomatico tra i due paesi postando sui propri profili social la bandiera della Francia.
In particolare il Partito Democratico ha avuto la brillante idea di pubblicare sul proprio profilo Twitter, oltre alla bandiera italiana e quella dell’Ue, la bandiera francese. Il principale partito italiano di sinistra così facendo ha assunto una precisa posizione schierandosi dalla parte della Francia e traslando lo scontro politico su un piano di contesa nazionale. Esporre o condividere la bandiera di un’altra nazione in un momento di crisi diplomatica con il proprio paese, non significa manifestare dissenso per la posizione politica del proprio governo bensì fare una precisa scelta di campo a favore di un’altra nazione ed esprimere un sentimento anti italiano.
È ciò che ha fatto il Partito Democratico ma, se le decisioni del PD rappresentano scelte politiche che saranno gli elettori a giudicare – anche se, osservando i risultati delle elezioni del 4 marzo e le proiezioni dei sondaggi, si dimostrano ogni giorno più contrarie alle richieste del proprio elettorato – diverso è il comportamento di chi dovrebbe rappresentare le istituzioni, servire la nazione e avere un ruolo super partes.
È il caso del sindaco di Cuneo che ha esposto fuori dal Comune la bandiera francese o del rettore dell’Università di Torino che ha fatto altrettanto dalle finestre dell’università.
Il dissenso politico per le scelte di un governo (che piaccia o no democraticamente eletto) ha un limite oltrepassato il quale si sfocia in un sentimento antinazionale, non essere d’accordo con l’attuale governo nella contesa diplomatica in corso con la Francia non significa per forza di cose dare ragione ai francesi. Si può esprimere una posizione di neutralità oppure di silenzioso dissenso ma arrivare ad esporre la bandiera di un’altra nazione equivale a prendere una posizione contraria a quella della patria in cui si è nati, cresciuti e in cui si vive.
Tutto ciò al netto di valutazioni politiche che, se realizzate con onestà intellettuale, porterebbero ad ammettere la pesante responsabilità delle politiche di Macron negli ultimi mesi nei confronti dell’Italia che hanno determinato l’attuale scontro.
Anche da un punto di vista logico non ha senso esporre la bandiera francese o solidarizzare con la Francia dal momento in cui è stato il governo francese a richiamare l’ambasciatore e non quello italiano.