Nel panorama culturale nostrano, poco è lo spazio riservato alle piccole realtà editoriali, la cui cura nella realizzazione dei libri è spesso superiore a quella dei giganti che si disputano le librerie. Fondata nel 1976 da Giovanni Oggero, la casa editrice Arktos è stata recentemente rilanciata da sua figlia Elisabetta. Un catalogo storico, un autentico punto di riferimento per gli studiosi di discipline tradizionali, ma forse qualcosa di più. Basta leggere la presentazione (molto guénoniana): «Ci sono degli editori che non interpretano il loro come un mestiere più o meno redditizio, nel senso più materiale del termine; per alcuni di loro il tornaconto è quello di dare un servizio, un aiuto a chi vuole assecondare “l’intuizione intellettuale”, ricercando quel sapere che eleva gli uomini». Siamo ben lontani da quell’idea di una cultura tanto al chilo che imperversa nell’attuale mercato librario. Ne abbiamo parlato con Elisabetta, in occasione della presentazione torinese di «Studi Evoliani 2014», chiedendole sotto quale stella sia rinata la casa editrice.

arktos2In realtà, la stella di Arktos non si è mai spenta, dopo che mio padre è mancato, nel 2010; la perdita del suo fondatore, che l’aveva sempre animata, le ha tolto vitalità ma non l’ha fatta scomparire. Devo ringraziare quegli studiosi che hanno continuato a vedervi una casa editrice valida e hanno voluto pubblicare con noi i loro testi, dal 2010 ad oggi. Se ho deciso di rilanciarla, comunque, è perché sono cresciuta con lei, abbiamo la stessa età e le sue vicissitudini sono legate profondamente a me e alla mia famiglia. Credo fermamente nella via di conoscenza intrapresa da mio padre e nella sua consapevolezza che fare cultura sia un modo di educare l’anima. In un momento storico come il nostro, in cui lo sguardo è solo frontale e mai diretto, e la dimensione orizzontale è dominante su quella verticale, il poter dare degli strumenti a chi ha il coraggio di intraprendere un percorso di consapevolezza di se stessi, e conseguentemente il poter fare qualcosa per gli altri e per la terra che ci ospita, ripaga le difficoltà che una piccola casa editrice deve affrontare per andare avanti.

 

Il vostro catalogo annovera Evola e Guénon, Crowley e Drieu La Rochelle, John Dee e Ruggero Bacone, Pèladan e Sestov… Cosa tiene insieme queste pubblicazioni?

arktos1Le scelte editoriali di Arktos rispecchiano in parte il percorso di ricerca di mio padre e possono essere tracce utili per permettere alle diverse sensibilità interiori dei lettori di trovare ciò che può essere loro utile. «Molti di questi testi non sono soggetti ai cambiamenti repentini della società, perché non hanno tempo e collocazione storica»: questo potrebbe essere considerato il manifesto ideale della casa editrice. Certi libri non sono semplici opere da consultazione e non vanno giudicati in base alle sole leggi del profitto, ma hanno la capacità di gettare dentro di noi dei semi, che germoglieranno con lo studio e l’approfondimento: quindi, per me, sono guide senza tempo.

 

Quali i progetti futuri della casa editrice? Quali le collane che saranno mantenute?

In questo momento sto cercando di aggregare amanti del sapere che condividano con me l’avventura di Arktos, in modo da vivificarla, mantenendone allo stesso tempo lo spirito originario. Le collane per ora rimangono le stesse, cioè «Esoterismo», «Studi», «I classici della Tradizione» e «Studi storici», ma con i progetti editoriali che si delineeranno in futuro è possibile ci siano dei cambiamenti.

 

Dove si trovano i libri Arktos?

Sono reperibili on-line, attraverso il nostro sito www.edizioniarktos.it, e in quelle librerie di settore che resistono con tenacia in un momento di profonda crisi culturale ed economica, non arrendendosi al generale appiattimento delle anime.

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