«Frainteso da amici e nemici, lottò da solo contro il mondo moderno». Firmato sul «Corriere della Sera» cinquant’anni fa dall’editore milanese Vanni Scheiwiller, l’affilato necrologio non solo riassume la complessa personalità di Julius Evola nei suoi rapporti con il secolo che lo ha visto protagonista, ma in qualche modo anticipa molte letture successive della sua opera. Letture realizzate appunto da nemici, che in lui vedranno un tabù, una sorta di incarnazione del Male Assoluto, ma anche da amici o presunti tali, che ridurranno il suo pensiero a qualche iconcina da sezione o a una somma di slogan. In questo panorama […]