«Frainteso da amici e nemici, lottò da solo contro il mondo moderno». Firmato sul «Corriere della Sera» cinquant’anni fa dall’editore milanese Vanni Scheiwiller, l’affilato necrologio non solo riassume la complessa personalità di Julius Evola nei suoi rapporti con il secolo che lo ha visto protagonista, ma in qualche modo anticipa molte letture successive della sua opera. Letture realizzate appunto da nemici, che in lui vedranno un tabù, una sorta di incarnazione del Male Assoluto, ma anche da amici o presunti tali, che ridurranno il suo pensiero a qualche iconcina da sezione o a una somma di slogan. In questo panorama asfittico non mancano, per fortuna, iniziative controcorrente, di carattere editoriale e convegnistico, che a mezzo secolo dalla sua scomparsa si sottraggono alla dialettica demonizzante-fanatizzante, presentando in modo accurato alcune delle attività che lo hanno sempre impegnato: dall’ermetismo alla filosofia, dall’arte allo studio comparato delle civiltà, dalla (meta)politica all’impegno culturale… Tra i libri, oltre alla recente e monumentale biografia Vita avventurosa di Julius Evola di Bietti, impossibile non menzionare Fuoco Segreto, pubblicato da Mediterranee a cura, tra gli altri, di Giovanni Sessa e Luca Siniscalco, antologia di carteggi, scritti inediti, testimonianze e interviste modulata sui mitici «Cahiers de l’Herne» di Dominique De Roux, ma anche Julius Evola sulla stampa estera di Vittorio Fincati, edito da Tipheret, che fa il punto sulla ricezione del suo pensiero in Europa.

Per quanto riguarda invece gli incontri, alle due ricche conferenze organizzate da Luca Valentini per «Pagine Filosofali», a Bari il 24 febbraio e a Roma il 20 aprile, ora se ne aggiunge una terza, che si terrà a Milano sabato 4 maggio, presso la Società Umanitaria di via S. Barnaba 48. Patrocinato da Mursia, Edizioni Mediterranee e Edizioni Bietti, l’evento si inserisce nella cornice ormai consolidata dei convegni organizzati a cadenza annuale dalla Fondazione J. Evola, questa volta mettendo a fuoco il raggio d’azione europeo, nel senso più alto del termine, delle sue attività.

Il filosofo romano ha sempre assegnato un respiro transnazionale – non internazionale, per carità! – al proprio operato, facendosi promotore negli anni Trenta di un’articolata rete di uomini e idee, non priva di frizioni con fascismo e nazionalsocialismo, basata sulla concezione di un’altra Europa rispetto a quella che si stava consolidando. Un progetto culturale e metapolitico dal respiro continentale, basato sulla sintesi attiva di Rivoluzione Conservatrice e Tradizionalismo Integrale, con l’ambizione di aggregare un “Fronte dello Spirito” contrapposto alla “Forze della Materia” in procinto di mettere a ferro e a fuoco il continente, con effetti a lungo raggio che ancora continuiamo a subire.

Un pensiero per l’Europa è la formula scelta per racchiudere questa pluralità di aspetti, sondata da studiosi ed esperti come Gianfranco de Turris, Guido Andrea Pautasso, Giovanni Sessa, Massimo Donà, Adriano Scianca, Alberto Lombardo, Horia Corneliu Cicortaş, Alain de Benoist, Emanuele La Rosa e Luca Siniscalco. A tracciare le rotte di un altro Novecento saranno le loro riflessioni, anticipate da Renato Carpaneto (“Mercy”) e Daniele Orzati (“Argento”), rispettivamente voci di IANVA e Spite Extreme Wing. In occasione della ristampa dei lavori del secondo gruppo – che molto devono a Evola – i due artisti, importanti personalità della scena musicale indipendente italiana, analizzeranno la sintesi archeofuturista di musica estrema e contenuti tradizionali, Origine e Modernità. Dire l’Origine è la formula che condensa le loro relazioni, e forse non c’è modo migliore per ricordare Julius Evola a cinquant’anni esatti da quel fatidico 11 giugno 1974, in cui, di fronte alla sua scrivania, passò oltre, con gli occhi fissi al Gianicolo e le mani sulla macchina da scrivere, come in un disperato tentativo di strapparle un’ultima riga, ad oggi inespressa.

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