«Charlotte Sometimes», i Cure e i viaggi nel tempo

«Era l’ora di andare a dormire, e per Charlotte tutti i volti e le voci si erano dissolti in un solo volto, una sola voce». Si apre così Charlotte Sometimes di Penelope Farmer, uscito nel 1969 in inglese e qualche mese fa in italiano per Agenzia Alcatraz, nella traduzione di Stefania Renzetti. È lo stesso incipit di un’omonima, e immaginifica, canzone dei The Cure. Non è un caso, e ne riparleremo. Inghilterra, fine anni Cinquanta. Quando Charlotte Makepeace mette piede per la prima volta nel freddo collegio cui è stata iscritta, ancora non sa che il letto destinatole è una […]

  

Mishima: arte, azione, narrazione

Il 6 e il 9 agosto 1945 gli americani radono al suolo Hiroshima e Nagasaki. Sei giorni dopo, il 15, a mezzogiorno in punto l’imperatore Hirohito parla alla radio, e per la prima volta milioni di cittadini sentono la voce di chi era ancora considerato un’emanazione divina, discendente della Dea del Sole Amaterasu-Ōmikami. Utilizzando un raffinato linguaggio di corte che in molti forse nemmeno capiscono, Hirohito parla di «condizioni non necessariamente favorevoli», un eufemismo che cela l’ultimatum di Roosevelt e Churchill, un aut aut tra la resa immediata e la distruzione totale. Distruzione di cui gli attacchi incendiari a Tokyo […]

  

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