RADICAL CHOC! A Capalbio non vedono l’ora di accogliere i profughi che “scappano dalla fame e dalla guerra”

 

C’è un’insolita trepidazione questa mattina all’«Ultima Spiaggia» di Capalbio, tempio indiscusso e ultimo baluardo della meglio intellighenzia de sinistra del nostro amato Belpaese. Fra la natura incontaminata della selvaggia Maremma e le acque cristalline del Tirreno, nascosta fra la macchia mediterranea là dove sfocia il Chiarone e Macchiatonda fa da barriera al Lago di Burano, riserva faunistica del Wwf: è qui che sorge lo stabilimento balneare più chic penisola, il club esclusivo che piace alla gente che piace.

Capalbio spiagga

Capalbio spiagga

Ma c’è trepidazione, dicevamo.
Per il Ferragosto ormai alle porte? Per l’ansia di sapere chi saranno quest’anno i fortunati vincitori dell’attesissimo e prestigiosissimo Premio letterario Capalbio – Piazza Magenta?
No, signori miei. A turbare, in senso positivo, la meritata quiete delle dorate vacanze di intellettuali, politici, manager di Stato, imprenditori e nobili di alto lignaggio e solide fortune, in questo lembo di terra baciato dal sole e dalla sorte è la notizia che nella ridente Capalbio dal fascino discreto sono in arrivo 50 richiedenti asilo che come, tiene a sottolineare il sindaco del Partito democratico, «saranno alloggiati in ville arredate finemente», proprio a due passi dalla centralissima Piazza Magenta, cuore pulsante della Cultura con con la C maiuscola.
Ovvio! Come poteva essere altrimenti? Quale altra sistemazione potevano offrire loro i sinceri e progressisti democratici che non fosse il top del top! Del resto sono mesi – che dico, anni! – che predicano accoglienza, solidarietà, invocano “integrazione” e “incontro di culture” e tuonano contro quei razzisti ignoranti xenofobi butti e cattivi à la Salvini.
Infatti sono tutti contentissimi e in spiaggia, sui lettini e sotto gli ombrelloni, nelle fresche terrazze dei villoni e nelle affollate trattorie del centro, fra un cocktail drenante all’ananas e zenzero, rigorosamente provenienti da piantagioni equosolidali, una discussione sull’ultimo saggio di Zygmunt Bauman e un editoriale di Repubblica, non si parla d’altro: di come riservare loro la migliore accoglienza possibile.
«Che dici, ma chérie, le gradiranno i nostri attesi ospiti le pappardelle al ragù di cinghiale oppure no?».
«Ma no cara, se sono musulmani la carne di maiale mica la possono mangiare!».
«Hai ragione, che sciocchina che sono, ma nei crostini toscani ci sono i fegatini di pollo…Quelli van bene, spero? E che peccato che non possano neanche bere alcolici…Avevo in cantina quel Sassicaia 2006…».

Ma signore mie, non vi state tanto a preoccupare del menu da offrire, questi poveri ragazzi “scappano dalla guerra e dalla fame”, mica fanno problemi per il cibo! E non vi allarmante neppure per il fatto che nella perla della Maremma incontaminata la rete 4G non sia ancora arrivata – qui a malapena ci sono due tacche sul cellulare -, mica questi benedetti aspiranti profughi si preoccupano del wi-fi! Figuriamoci.
“Scappano dalla guerra e dalla fame”.

Lo sa bene il Principe che, commosso, ha già dato ordine di aprire le porte del Castello: dopo i festeggiamenti in piazza a cui accorrerà tutta la popolazione festante, con tanto di mega striscioni “Welcome refugees”, la serata proseguirà a Palazzo, con servitori in livrea, canti, balli, premi e ricchi cotillon.
Che bella cosa la fratellanza fra i popoli, l’amore disinteressato per i più sfortunati, il valore dell’accoglienza.

E la coerenza sopratutto.

Mi si apre il cuore. Grazie abitanti autoctoni e acquisiti, residenti e vacanzieri radical chic di Capalbio che non vedete l’ora di condividere la vostra ricchezza e il vostro angolo di paradiso incontaminato con chi “scappa dalla guerra e dalla fame”.
Grazie a voi da oggi il mondo è un posto migliore.
Peace & Love.

Capalbio

 

 

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