Ha fatto scalpore la notizia, divulgata dal quotidiano brittanico The Guardian, sul “Grande fratello” americano che controlla milioni di cittadini attraverso le loro telefonate. Ma per i leader della Commissione Intelligence del Senato, la democratica Dianne Feinstein e il repubblicano Saxby Chambliss, non c’è alcuno scoop: “Il Congresso è stato informato di questi controlli, come capita da anni. Non c’è nulla di nuovo. È tutto legale” (leggi l’articolo del Washington Post). E a dirlo sono sia i repubblicani, sia i democratici, smontando di fatto il clamore che ha accompagnato la rivelazione delle intercettazioni sulla rete Verizon.

I due senatori difendono quindi l’operato della National Security Agency, osservando che è conforme a quanto previsto dal Patriot Act, la legge federale approvata dopo l’11 Settembre che rinforza il potere dei corpi di polizia e di spionaggio statunitensi. Una sorta di legge speciale, fortemente voluta da George W. Bush, i cui contenuti sono stati confermati anche da Obama. Per combattere il terrorismo e intercettare possibili minacce la legge estende moltissimo i poteri d’intervento dell’intelligence e dell’autorità giudiziaria nella vita privata dei cittadini americani, autorizzando controlli estesi a tutti i livelli: dalle transazioni finanziarie alle comunicazioni telefoniche, alle e-mail.Un vero e proprio “Grande fratello” che sacrifica la privacy dei cittadini, ma per motivi di sicurezza. Molti, però, non hanno mai smesso di sottolineare che questa legge va contro la Costituzione. In particolare sarebbe in contrasto con il quarto emendamento, quello che difende i cittadini americani da “perquisizioni, arresti e confische irragionevoli”. E nella categoria “perquisizioni irragionevoli” potrebbe rientrare anche il fenomeno delle intercettazioni di massa.

Ma è il nome stesso della legge, l’acronimo Usa Patriot Act, che mette subito in chiaro le cose: “Uniting (and) Strengthening America (by) Providing Appropriate Tools Required (to) Intercept (and) Obstruct Terrorism Act” (unire e rafforzare l’America fornendo strumenti adeguati per intercettare e fermare il terrorismo. E tra questi strumenti ci sono, appunto, le controverse intercettazioni telefoniche che hanno fatto scoppiare lo scandalo in queste ore.

Per l’ex vicepresidente Al Gore è un fatto “atrocemente scandaloso”, mentre il New York Times ricorda di aver chiesto lo scorso anno al governo di rendere pubblico un documento in cui si dettagliava l’interpretazione di Washington sui poteri di sorveglianza, ma che l’amministrazione Obama oppose un secco no.

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