Addio alla mamma (e nonna) d’America: Barbara Bush
Suo marito è stato presidente, uno dei suoi figli pure. Un altro figlio è stato governatore della Florida. Barbara Bush, morta nella sua casa di Houston (Texas) a 92 anni, non ha mai amato mettersi sotto i filettori, anche se ci ha vissuto per una cinquantina di anni. Ha scelto di essere sempre se stessa, una donna normale, che non amava sfoggiare abiti firmati o finire al centro dell’attenzione per motivi apparentemente futili, come molte altre first lady hanno fatto.
Barbara ha vissuto al fianco di George Herbet Walker Bush, seguendolo come un’ombra nella sua lunga carriera politica, iniziata nel 1966, dapprima come deputato del Texas, poi direttore della Cia, vicepresidente di Reagan e infine l’elezione alla Casa Bianca. Suo figlio George Walker è stato governatore del Texas e poi è divenuto a sua volta presidente. E infine un altro figlio, Jeb, dopo un primo tentativo fallito è riuscito a farsi eleggere per due volte come governatore della Florida.
Nata a Flushing, quartiere del Queens, nel 1925, Barbara era la terzogenita di Marvin Pierce, presidente della McCall Corporation, editrice di Redbook and McCall’s, una rivista molto popolare. Sua madre, Pauline Pierce, era figlia di un giudice della Corte Suprema dell’Ohio. Uno dei suoi antenati era Franklin Pierce, 14° presidente degli Stati Uniti.
Barbara conobbe il suo futuro marito in una serata di ballo di Natale in un prestigioso country club di Greenwich (Connecticut) nel 1941. Lui dopo l’accademia militare si arruolò nell’U.S. Navy e battezzò il proprio aereo “Barbara”. Tornato dalla guerra, e scampato ad un abbattimento da parte dei giapponesi, Bush sposò la sua Barbara nel gennaio 1945. Lei per convolare a nozze lasciò l’esclusivo Smith college. La giovane coppia si trasferì a New Haven, Connecticut, dove Bush si iscrisse all’università di yale. Perfezionati gli studi la famiglia si trasferì in Texas, nel 1948, dove George iniziò a lavorare nel settore del petrolio. Insieme ebbero sei figli, quattro maschi e due femmine: George Walker Bush (1946), Pauline Robinson “Robin” Bush (morta nel 1953 a soli 4 anni per leucemia), John Ellis “Jeb” Bush (1953), Neil Mallon Bush (1955), Marvin Pierce Bush (nato nel 1956), Dorothy “Doro” Bush Koch (1959).
Quando Bush senior arrivò alla Casa Bianca nel 1989, dopo aver sonoramente sconfitto il democratico Michael Dukakis, la first lady Barbara colpì tutti per l’enorme differenza di stile con Nancy Reagan, che amava mettersi sotto i riflettori, indossare vestiti firmati e ogni tanto dire la sua nelle questioni politiche. Barbara scelse di porsi all’antitesi del glamour, e gli americani iniziarono ad apprezzarla per la simpatia e gli scherzi, e il soprannome “Silver Fox” (volpe d’argento) che le avevano dato i figli. Ma questo nomignolo era dovuto non solo ai capelli bianchi ma anche al carattere da “sergente di ferro” che lei aveva avuto all’interno della famiglia, con un marito impegnatissimo col lavoro e i sei figli.
“A molti appare come una nonna – raccontò Jeb Bush nel 1990 – ma mentre noi crescevamo era il nostro sergente addestratore“. Alla fine dell’era Obama Jeb Bush decide di buttarsi nella mischia, correndo come candidato nelle primarie repubblicane. Se ce l’avesse fatta sarebbe stato il terzo esponente della famiglia correre per diventare presidente. Ma sulla sua strada trovò un certo Donald Trump, e per dire il vero Jeb non brillò mai. Sua mamma all’iniziò provò a farlo desistere, forse perché intravedeva alcuni limiti del figlio o, molto più semplicemente, si rendeva conto che tre presidenti con lo stesso cognome, nel giro di pochi anni, sarebbero stati davvero troppi. “Abbiamo avuto abbastanza Bush”, disse in un’intervista nel 2013, aggiungendo che “ci sono un sacco di grandi famiglie, non sempre le stesse quattro”. Jeb però non ne volle sapere di rinunciare e così sua mamma cambiò registro, difendendo il figlio a spada tratta, come solo una mamma sa fare. E non risparmiò critiche all’uomo che avrebbe poi vinto le primarie e in seguito le elezioni.
Tra le campagne a cui più si appassionò da firts lady, ci fu quella per l’alfabetizzazione: nel 1989 la Barbara Bush Foundation for Family Literacy, che si poneva l’obiettivo nobile di fornire accesso all’istruzione a tutte le bambine e a tutti i bambini, e ai loro genitori, di qualsiasi estrazione sociale. “Il sogno americano riguarda l’opportunità uguale per tutti coloro che lavorano duramente. Se non diamo a tutti l’opportunità di leggere e scrivere con facilità, allora non stiamo dando a tutti uguale possibilità di avere successo”, disse Barbara Bush, in una frase riportata sul sito della fondazione. Nel 1991 suo marito firmò il National Literacy Act, grazie al quale milioni di adulti ebbero la possibilità di ottenere diplomi scolastici, altri invece impararono a leggere, scrivere e parlare inglese.
Nel suo libro di memorie, uscito nel 1994, Barbara volle scrivere questa frase: “Voglio essere ricordata come moglie, madre e nonna“.