Credo che non vi siano sfuggiti i dati pubblicati ad Agosto dal World Gold Council, riportati da una stampa che appare sempre più principale veicolo di disinformazione, in cui si menzionava il calo della domanda di Oro nei primi 6 mesi del 2017.
Addirittura un calo a due cifre rispetto al 2016 (-14%) con un primo segnale di riduzione degli acquisti da parte delle Banche Centrali (-3%). Una sola nota positiva era riferita alla crescita di acquisti di Gold Coins ma in un contesto d’interesse fortemente sceso da parte dei grandi investitori!
Di seguito uno dei titoli maggiormente ricorrenti di articoli usciti sulla stampa internazionale:
Gold demand for Gold drops 14% in first half of 2017
Vorrei partire proprio da qui, riportando i dati effettivi che analisti indipendenti di lunghissima esperienza e credibilità nel mercato dell’Oro, hanno fornito nelle settimane successive e che mostrano quanto sia lontano dal vero il calo del 14%.
Pensate che il primo semestre del 2017 è stato il secondo di sempre per acquisti.
Includendo gli ETF con collaterale fisico la domanda totale è stata di 245 miliardi di dollari e, per meglio inquadrare questo dato rispetto a quanto leggerete di seguito, va ricordato che i mesi che storicamente presentano una domanda più forte sono quelli del secondo semestre.
L’anno 2016 si chiuse con un flusso di $283 miliardi e il 2017 se continuerà con questo passo potrebbe segnare un anno storico con acquisti per circa $500 miliardi.
Confrontando la media degli acquisti dei primi sei mesi degli ultimi 10 anni, il 2017 è stato 6 volte più alto. Sono stati invece proprio i grandi investitori ad aver comprato e questo non si osservava da diverso tempo.
Inoltre, sia lo stock di fisico degli ETF sul Silver e sia quello sull’Oro hanno raggiunto a fine Giugno un nuovo livello record – in particolare sull’Oro si è superato il precedente massimo registrato nel 2013 (4 anni fa…..).
Vale la pena soffermarsi sulla domanda del paese che certamente gioca il ruolo più importante sugli acquisti di Oro e Argento: la Cina.
Ebbene, nel primo semestre 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016, i consumi di Oro in Cina sono saliti del 10% e la domanda di monete e lingotti del 56%.
In un contesto dove la produzione di Oro (ricordo che la Cina è il primo produttore al mondo di Oro per quantità) è scesa nel medesimo periodo del 6% (similmente a quanto sta accadendo negli altri paesi); ragion per cui l’aumento della domanda comporterà l’incremento d’importazioni cinesi nell’anno corrente.
Un’altra nota di colore riguarda le importazioni di Argento cresciute nel semestre del 37% – era dal 2010 che non si vedevano acquisti di tale portata sul Silver da parte dei cinesi!
Non è finita…..in India la domanda di Oro è sopra del 26% sul 2016 e dall’ultimo trimestre dello scorso anno si registrano ogni tre mesi record assoluti di acquisti di Oro.
Sempre in India nel solo mese di luglio la domanda è salita del 100% rispetto a luglio del 2016.
Anche gli acquisti di monete di Oro e Argento hanno segnato nei mesi estivi valori fortissimi: + 130% in luglio rispetto al mese precedente sull’American Gold Eagles e + 65% sul Silver, comparando luglio 2017 con luglio 2016.
Per chiudere su questo tema, la domanda non solo non è scesa ma sarebbe più corretto dire che nel 2017 sembra piuttosto che stia iniziato il Gold rush.
Nei precedenti aggiornamenti si è parlato molto dell’Oro e poco del Silver quindi ne approfitto per rimarcare con qualche dato quanto siano incredibilmente bassi i prezzi in USD dell’Argento rispetto all’ammontare di dollari in esistenza.
L’argento a 17 dollari l’oncia è scambiato al 34% del suo valore del 1980 (50$) e quindi a un – 66%. Questa rappresentazione, seppur indicativa di quanto sia basso il Silver, è comunque incompleta poiché non tiene conto dei dollari oggi in esistenza rispetto a quelli di 37 anni fa (1980).
L’indicatore coretto da considerare dovrebbe essere la base monetaria americana che rappresenta l’ammontare di dollari emessi dalla FED e che originariamente era garantita da Oro.
Tanto più basso è il prezzo del Silver relativamente alla base monetaria, quanto più è impoverito il suo valore. Questo ratio che era nel 1980 a 0,36 è attualmente a 0,004.
Da notare che analizzando l’andamento del ratio negli ultimi 100 anni, mai lontanamente il ratio è stato vicino ai livelli attuali.
In termini di dollari in esistenza e quindi di base monetaria, il Silver rispetto al prezzo del 1980 scambia a un irrisorio 1,19% e non al 34% come indicato precedentemente.
Per ristabilirsi il medesimo ratio del 1980 l’Argento dovrebbe oggi scambiare a 1424$.
Senza andare così lontano, se il ratio dovesse tornare ai valori del 2008, quindi prima del fallimento della Lehman Brothers (evento che dette il via a una nuova stagione d’incremento esponenziale della base monetaria), l’Argento scambierebbe a 106$ l’oncia.
Concluso con un ultima constatazione riguardo gli acquisti di Oro da parte delle Banche Centrali. Dal 2008 in poi gli acquisti annuali sono stati pari a circa 385 tonnellate e questi livelli sono gli stessi che si osservavano prima del 1971, quando era ancora in vigore il Gold Standard. Forse anche per questo in diversi sostengono che ci stiamo avvicinando sempre più a un “reset monetario” mondiale che comporterà un nuovo accordo tra le principali aree e che vedrà l’Oro ritornare ad assumere un ruolo Centrale.argento oro
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