Il fisco a caccia dei grandi? finalmente.
Negli ultimi tempi pare che ci sia un nuovo approccio della Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza nei confronti della evasione fiscale.
Mentre il mantra mediatico riprende sempre gli stessi temi tipo ” italiani popolo di evasori” , non ci si accorge che negli ultimi anni il rapporto cacciatori di evasori – evasori per fortuna sta cambiando. Rottamazioni e altri metodi di chiusura per i piccoli sono stati allargati anche in previsione dell’ allargamento della flat tax , mentre si va alla ricerca del bersaglio grosso. Pare che finalmente qualcuno abbia suggerito che non sono l’ idraulico ed il dentista a fare di questo paese un paese di grande evasione , bensì i grandi player che spesso pagano davvero poco o nulla di tasse.
Ultima preda di un nuovo modo di approccio con i grossi è stata UBS che ha “patteggiato” 111 milioni di euro per tasse non pagate. Ma prima di UBS c’ era stato il grande “patteggiamento” (tecnicamente accertamento con adesione) con il gruppo kering (Gucci ) del miliardario francese Francois-Henry Pinault. Altro che idraulico o falegname !!!
Nel 2018 i risultati da controlli ordinari e non da operazioni straordinarie come rottamazioni o condoni etc , sono stati dell’ 11% superiori all’ anno precedente.
E davvero speriamo che questo trend continui , soprattutto nel far pagare i grandi evasori e non i piccoli che spesso sono costretti da un regime fiscale troppo pesante.
Piccola parentesi finale sulla fattura elettronica. Inizialmente ero completamente contrario , devo dire che alla fine ho saputo che ha permesso di evitare truffe per un miliardo di falsi crediti iva. Ciò non togli che resto completamente contrario alla fattura elettronica per le piccole spese. Si dovrebbe mettere un limite (ad esempio 100 euro) per le quali non serve la fattura elettronica. Non si può perdere 10 minuti al benzinaio tutte le volte che bisogna fare 30 euro di gasolio. E di notte al self -service? Oppure dover fare fattura elettronica per comprare un auricolare per il telefonino dal negozio cinese per 8 euro. Lo stesso per il ristorante a pranzo con un cliente. Un limite di 100 0 200 euro ritengo sarebbe equo. Al di sotto del quale basta la ricevuta o fattura normale. Oltretutto non sempre un utente ha la carta di credito aziendale con sè e quindi finisce per non scaricare dalle tasse molte cose. Con delle aliquote come quelle nostre diviene davvero una ingiustizia.
Buon senso, solo quello ci vuole.
P.S. di questi “patteggiamenti” ne avete letto e sentito parlare? Secondo me no. Chiediamoci il perchè.