Metalli preziosi in forte rialzo nei mesi estivi con l’Oro che ha superato il massimo storico nei confronti di 70 valute ad esclusione del dollaro verso il quale resta sotto del 20% rispetto al precedente massimo raggiunto nel 2011.
Iniziamo questo aggiornamento con la notizia, per certi versi più sorprendente, che riguarda la dichiarazione del dipartimento di giustizia americano ancora impegnato nell’indagine sulla banca JPM per manipolazione dei metalli preziosi.
Ebbene, i pubblici ministeri hanno rilasciato una comunicazione alla metà di settembre, definendo il trading desk sui metalli della banca come un’impresa criminale operante da circa un decennio all’interno della banca stessa.
Tre delle dodici persone coinvolte, tra ex ed attuali dipendenti, sembra si siano dichiarate colpevoli e stanno collaborando con i procuratori.
Nonostante questa presa di posizione, che conferma quanto già si sospettava da molto tempo, non bisogna fare troppo affidamento sull’indagine del dipartimento di giustizia in quanto dietro la manipolazione di Oro e Argento degli ultimi decenni, ci potrebbe essere probabilmente anche la principale autorità monetaria americana che potrà sempre giustificare i suoi interventi con l’interesse nazionale di difendere la stabilità monetaria e quindi il valore del dollaro.
Se poi qualcuno ne ha approfittato, ad esempio i trader della JPM, la banca sarà certamente disposta a trovare un accordo con il dipartimento di giustizia per pagare una altra sanzione come già avvenuto precedentemente a seguito di accertata manipolazione su altre attività di mercato.
Preferibile quindi mantenere l’attenzione ai fondamentali dei metalli preziosi piuttosto che auspicare il ritorno alla legalità.
Nei primi 6 mesi del 2019 abbiamo assistito ad una marcata riduzione della produzione di Argento nei principali paesi produttori.
Peru’, Messico e Cile che complessivamente contribuiscono per il 45% della produzione annuale mondiale del Silver hanno registrato rispettivamente un – 10%, -4%, -7%.
Con un Gold/Silver ratio ancora sopra 80 anche la domanda di investimento di Argento si mantiene sostenuta e ciò risulta evidente analizzando i forti acquisti di ETF e di Silver coins. Già nel 2018 la domanda di Argento aveva toccato il massimo da tre anni, superando il miliardo di once con un offerta di Argento riciclato (il cosiddetto scrap Silver) che invece aveva toccato il minimo da venti anni.
Nell’ultimo trimestre con un +13,4%, il Silver ha registrato la miglior performance tra le attività di mercato, seguita dall’immobiliare con +7% e dall’Oro con un +5,4%.
Alla fine di settembre l’Oro segnava un rialzo dall’inizio dell’anno del 16% con la domanda da parte delle banche centrali che nel primo semestre ha superato il precedente massimo del 2018. Uno degli ETF più significativi sull’Oro, lo SPDR, ha registrato consegne di fisico per circa 8,8 miliardi di dollari nella terza settimana di settembre.
L’aumento degli acquisti di Oro è certamente stimolato dai rendimenti negativi, tuttavia ci sono altre situazioni che meritano attenzione.
Tra queste desta una certa preoccupazione l’accelerazione negli ultimi due mesi del debito governativo americano che è cresciuto di 800 miliardi di dollari (4% in più sullo stock del debito complessivo) ad una media di 12 miliardi al giorno!
Inoltre, ancora non sono chiare le ragioni che hanno indotto la FED a procedere con iniezioni di liquidità sin dallo scorso 17 settembre, per ammontari giornalieri che si erano da poco stabilizzati a 75 miliardi di dollari ma che proprio negli ultimi giorni sono aumentati a 120 miliardi di dollari, con indicazione della banca centrale americana che tutto ciò si protrarrà sino a Gennaio 2020.
Le voci di mercato parlano di qualche grande banca americana in crisi di liquidità ma c’è anche chi ipotizza che possa trattarsi della Deutsche Bank.
Qualora nei prossimi mesi dovessimo assistere ad operazioni di swap in dollari tra la FED e la BCE allora si avrà la conferma che ad essere in difficoltà sia una banca europea.
Tuttavia ciò che bisognerà monitorare attentamente sarà lo sviluppo della bolla sui leverage loans, che per entità è molto simile a quella scoppiata nel 2007 sui sub prime.
Lo stock di questa categoria di prestiti ha superato del 20% quello dei CLO/CDO del 2007 e negli ultimi mesi il merito di credito (rating) di queste attività è stato soggetto a numerosissimi down grade, con la liquidità che si sta riducendo significativamente.
Lo stesso Draghi nell’ultimo discorso del suo mandato alla presidenza della BCE, menziona questa bolla indicando che non ritiene sia un rischio particolarmente critico per l’Europa ma che sia una rischio rilevante per altre giurisdizioni.
Bisogna tenere presente che l’80% di questi asset presentano dei covenant lite (poche garanzie) e ciò implica un recovery rate (tasso di recupero) basso e quindi perdite alte, per chi le detiene, in caso di default degli emittenti.
Nei primi 9 mesi del 2019, il moral hazard è aumentato, principalmente a causa dei rendimenti negativi sulle obbligazioni, ed i volumi sui leverage loans hanno già superato del 20% i già altissimi volumi dell’intero 2018.
Il rischio sistemico sta crescendo e nei prossimi mesi assisteremo, con alta probabilità, a nuovi interventi straordinari ed ulteriori iniezioni prolungate di liquidità da parte delle banche centrali.
Anche per questo gli acquisti sui metalli proseguiranno ad un ritmo sostenuto e nascondere il reale valore del dollaro vendendo future allo scoperto sarà poco sostenibile. Il repricing dell’Oro verso il dollaro è appena iniziato!!