Ospito il commento di una amico e operatore anonimo. Esperto di metalli.

 

Lo scenario economico e finanziario nell’anno appena concluso è significativamente peggiorato.

In questo contesto, l’Oro e l’Argento chiudono rispettivamente il 2020 con guadagni del 25% e del 48%. Era dal 2010 che non si registravano performance dei metalli preziosi annuali così alte.
D’altronde per tenere in piedi l’attuale sistema monetario, le banche centrali hanno dovuto incrementare l’offerta di moneta di circa 15 trilioni di dollari.
Si dirà che tutto ciò è dipeso dall’inattesa pandemia scordandosi però che l’acuirsi della crisi monetaria era ampiamente iniziato nell’ultimo trimestre del 2019.
Verrebbe da dire che questo virus abbia avuto un tempismo perfetto e la sua comparsa ha consentito al sistema dollaro, grazie ad immissioni esorbitanti di nuova moneta, di guadagnare ancora del tempo prima di uscire definitivamente di scena, appena sarò completato il great reset.
Non avrei molti dubbi a ritenere che il cambiamento che porterà il cosiddetto great reset sarà tra l’altro quello di nuove regole monetarie, nonché l’inaugurazione di una nuova moneta digitale gestita dalle banche centrali.

Per avere un minimo di credibilità, mi sentirei di affermare che questa moneta digitale dovrà prevedere qualche forma di collaterale e l’Oro risulta essere l’asset più accreditato a ricoprire tale ruolo.
A mio avviso i tempi saranno molto ravvicinanti in quanto gli asset finanziari hanno ormai raggiunto una sopravvalutazione non più sostenibile.
Pur essendo i prezzi dei mercati azionari ed obbligazionari ormai sotto il controllo delle banche centrali, il rischio che la bolla scoppi è sempre possibile.
Ciò poiché i livelli di indebitamento sono realmente fuori controllo (ad esempio in America il debito nazionale ha raggiunto i 27,5 trilioni di dollari dai 23 trilioni di inizio 2020) ed i rendimenti obbligazionari mostrano tassi negativi o prossimi allo zero. Inoltre, le valutazioni dei mercati azionari segnano valori ai massimi storici in termini di prezzo su cash flow generato dalle aziende.

Stiamo quindi entrando in un fase ad alto rischio inflativo che è ormai lo scenario più probabile per consentire di riportare i valori degli asset finanziari a livelli di ragionevolezza.
Proteggere i propri risparmi in questo contesto è estremamente difficile anche perché stiamo assistendo ad una riduzione delle libertà personali (in quasi tutti i paesi) nonché alla messa in discussione della proprietà privata (da leggere la prima edizione dell’economist del 2021) e per estensione riterrei a rischio anche la proprietà privata di attività detenute in settori ritenuti critici o strategici per gli stati.
Tra questi considererei a rischio proprio il settore minerario e la possibilità che si apra una stagione di confische di imprese o l’introduzione di tasse più alte per i produttori è certamente possibile.

L’Oro e l’Argento continueranno ad essere tra le attività che offriranno maggiori garanzie per superare questo periodo storico tuttavia sembra essere imprescindibile la detenzione di metallo fisico quale soluzione più sicura rispetto alla detenzione di aziende minerarie.
Probabilmente per tale motivo stiamo assistendo ad un corsa agli acquisti di monete e lingotti ed infatti il mercato future nel 2020 ha visto aumentare, in maniera esponenziale, le richieste di consegna di fisico ad ogni scadenza di contratto.
Sulle monete i volumi sono letteralmente esplosi nell’anno appena concluso e la domanda non dà alcun segno di rallentamento.
Se prendiamo ad esempio la principale moneta USA, siamo passati da 152 mila once vendute nel 2019 ad oltre 800 mila once nel 2020 per l’American Gold Eagle e da 15 milioni di once ad oltre 30 milioni di once per l’American Silver Eagle.
Per concludere ritengo che nel 2021 osserveremo una forte spinta dei prezzi sugli asset reali ed in particolare sui beni primari (settore agricolo in primis) ed al fine di tutelarsi da politiche fiscali e dirigiste aggressive sarà necessario diversificare valutando con attenzione il rischio politico negli stati in cui si deciderà di investire.
Paesi che storicamente hanno mostrato un alto livello di democrazia non saranno più una garanzia.

Vorrei infine aggiungere che questo è l’ultimo post sui metalli preziosi in quanto il nuovo modello economico che si sta palesando di fatto decreterà la fine del corretto funzionamento del mercato dei capitali.