Alla fine di questo mese la Repubblica di Cipro (che occupa 2/3 dell’isola, l’altro terzo essendo dal 1974 occupato lo “Stato” di Cipro turco non riconosciuto da nessuno tranne dalla Turchia che ha invaso e diviso militarmente l’isola) assumerà la presidenza di turno della Comunità Europea. Un evento che questa volta non è affatto di routine.

Anzitutto perché l’irrisolto problema della riunificazione dell’isola è la principale ragione ufficiale che impedisce l’entrata della Turchia nell’Unione europea. In secondo luogo perché la Turchia ha annunciato che rivedrà i suoi rapporti con l’Europa se verrà permesso a Cipro di assumermene la presidenza. L’economia di Cipro (greca) per anni florida è in crisi a causa dei suoi stretti legami economici politici e storici con la Grecia, sull’orlo del fallimento e –forse – dell’abbandono della stessa Comunità.

Cipro ha chiesto aiuto all’Europa cosa che la indebolisce nei confronti della Turchia: questo è un aspetto del problema dei ciprioti greci. Un altro meno noto è che da decenni i ciprioti sono legati alla Russia tanto dal suo forte partito comunista AKEL (di cui è il presidente Dimitris Christofias, dal 1988 anche Presidente della Repubblica ) quanto dagli investimenti nell’epoca sovietica e di Putin che ha reagito alle difficoltà finanziarie di Cipro accordandole 4 miliardi di dollari di aiuti e garantendone le sua sovranità “indivisa”. La cosa non piace al governo di Ankara non meno della stretta cooperazione militare ed economica di Cipro con Israele per l’estrazione del gas sottomarino a cui forse la Russia parteciperà con la sua tecnologia.
Nel quadro di queste tensioni è avvenuto due settimane fa un incontro inimicale aereo fra caccia israeliani e turchi nel cielo di Cipro totalmente ignorato dai media locali e che se si fosse trasformato in uno scontro avrebbe potuto creare un conflitto internazionale. Gli aerei israeliani – il cui scopo era solo di mostrare la loro presenza all’ alleato greco cipriota – lo hanno volutamente evitato. In termini strategici è stato un evento più importante di quello che invece i siriani hanno intenzionalmente voluto provocare abbattendo l’aereo militare turco. Nei due casi ai turchi è stato inviato un serio avvertimento. Questo spiega perché il governo di Ankara – dopo aver fatto la voce minacciosa con la Siria, in preda a una sanguinosa guerra civile che la Turchia alimenta- ha preferito rivolgersi alla NATO. 

L’alleanza (di cui la Turchia è membro) non ha ne la volontà ne l’impegno giuridico di schierarsi a suo favore , non essendo la Turchia stata attaccata ma avendo inviato i suoi aerei nel cielo siriano a rinforzo degli aiuti terrestri che il governo turco (assieme alla CIA e a paesi arabi come il Qatar e l’Arabia Saudita) invia a sostegno dei rivoltosi siriani contro il regime di Assad.) Quest’ultimo, nonostante i massacri, non solo non è caduto dopo 15 mesi di conflitto interno e denunce internazionali, ma si sente abbastanza forte da sfidare il vecchio alleato turco.

Evitare alla Turchia di perdere la faccia è dunque diventato una necessità internazionale in particolare dell’America e dell’Europa che hanno condannato la Siria per l’abbattimento dell’aero turco. La situazione resta però tesa e argomento discusso da Putin con Natanyahu durante la sua recente visita a Gerusalemme mentre non esiste simile interesse dei media e dei politici per i massicci bombardamenti condotti dall’aviazione turca anche in questi giorni contro ribelli curdi in territorio frontaliero irakeno.
Il generale De Gaulle scriveva nelle sue memorie di guerra recandosi per la prima volta al Cairo : “Verso il Levante complicato volavo con idee semplici e chiare” . Il Levante è rimasto più che mai confuso mentre di idee chiare in Occidente nessuno sembra averle. Contrariamente a Putin che ha detto a Gerusalemme che la sovranità della Siria è per Mosca in attaccabile. Se per Siria intendesse anche il suo attuale regime solo l’avvenire ce lo dirà .

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