Nel contesto degli appalti pubblici, un elemento fondamentale per garantire trasparenza e regolarità è rappresentato dal Codice Identificativo Gara (CIG).

Questo codice, essenziale per il tracciamento e l’identificazione delle procedure di gara, rappresenta uno strumento chiave nella lotta alla corruzione e nell’assicurare la correttezza nelle pubbliche amministrazioni.

Il CIG è una sequenza di dieci caratteri, una combinazione di numeri e lettere, generata dal sistema informatico SIMOG dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione). Questo codice ha un ruolo cruciale nell’ambito delle gare pubbliche, in quanto serve per identificare specificamente un contratto stipulato con la pubblica amministrazione a seguito di un appalto o affidamento.

La presenza del CIG nei documenti è fondamentale: deve essere obbligatoriamente indicato in tutti i documenti relativi a una specifica gara d’appalto. Questo include non solo la documentazione della gara stessa ma si estende anche alla fattura elettronica emessa nell’ambito dello stesso contratto. La sua utilità si rivela soprattutto nella tracciabilità e nella trasparenza delle procedure di appalto, consentendo un controllo più efficace e una gestione più trasparente delle gare pubbliche.

In sostanza, il CIG agisce come un elemento di identificazione unico e inequivocabile per ogni contratto pubblico, facilitando il monitoraggio, il controllo e l’analisi delle procedure di appalto a livello nazionale. Questo sistema contribuisce notevolmente alla prevenzione della corruzione e alla promozione della legalità nel settore degli appalti pubblici.

Dal 1° gennaio 2024, le amministrazioni pubbliche sono obbligate a garantire l’interoperabilità delle piattaforme di approvvigionamento digitale con la banca dati nazionale dei contratti pubblici (BDNCP). Per le procedure di gara indette a partire da tale data, l’acquisizione del CIG e l’assolvimento degli obblighi di pubblicità e trasparenza sono effettuati direttamente dalle piattaforme certificate delle stazioni appaltanti mediante lo scambio di dati e informazioni con la BDNCP, seguendo le indicazioni fornite dall’ANAC nella delibera n. 582 del 13 dicembre 2023.

Le amministrazioni pubbliche sono tenute a garantire che le loro piattaforme digitali siano interconnesse con la BDNCP. Questo consente un processo automatizzato per la tracciatura e il monitoraggio di ogni procedura di gara attraverso l’acquisizione del CIG dalle piattaforme certificate delle stazioni appaltanti. Il flusso di dati e informazioni tra queste piattaforme e la BDNCP deve avvenire secondo le linee guida stabilite dall’ANAC.

L’acquisizione del CIG può avvenire attraverso un’interfaccia web fornita dalla piattaforma contratti pubblici dell’ANAC fino al 30 giugno 2024. Questa interfaccia facilita l’integrazione dei dati relativi alle gare d’appalto, fungendo da ponte tra le stazioni appaltanti e la BDNCP.

L’uso del CIG è previsto per vari scopi, tra cui gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari da parte dell’ANAC, i contratti esclusi dall’ambito di applicazione del Codice ma comunque soggetti alla vigilanza dell’Autorità, adesioni ad accordi quadro e convenzioni pubblicate entro il 31 dicembre 2023, e la ripetizione di lavori o servizi analoghi previsti dalla documentazione di gara originaria per procedure pubblicate prima di tale data.

Il CIG gioca un ruolo cruciale nel rafforzare i principi di legalità, economicità, trasparenza e parità di trattamento nel sistema di governance dei contratti pubblici. Contribuisce anche a ridurre il rischio di frodi e corruzione, attraverso una banca dati centralizzata per il monitoraggio e l’analisi dei dati, permettendo di identificare eventuali anomalie o irregolarità.

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