Quella bomba sotto la sabbia
Che figuraccia. L’avevo scritto che l’ombra della Laura C – la nave carica di esplosivo affondata a largo di Saline Joniche sulla costa reggina, vero e proprio supermarket dell’esplosivo per mafia, camorra e ‘ndrangheta – si era allungata sulla stagione delle bombe a Reggio. E come tutti sapevo che la nave carica di esplosivo era stata «messa in sicurezza» nel 1996.
E invece no. Solo oggi si viene a sapere che da qualche giorno le forze speciali della Marina Militare stanno recuperando il tritolo custodito nel relitto dopo il via libera della Dda e dopo «l’operazione TNT» condotta dai Carabinieri nella quale è emerso che alcuni indagati – balordi, che avrebbero sequestrato l’esplosivo a una cosca (ma quale? Mistero…) – erano entrati in possesso di un quantitativo di tritolo proveniente dal relitto. Sono già stati sequestrati diversi panetti di tritolo, ma si attende l’esito dell’operazione per un conto più preciso. Le operazioni, coordinate del capo della Dda di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho, si protrarranno ancora per una settimana, fanno sapere le agenzie di stampa, mentre l’esplosivo sarà preso in carico e sequestrato dalla squadra mobile. L’obiettivo è capire se è quello usato nei recenti attentati in città.
Possiamo essere sinceri? È gravissimo che lo Stato, che aveva detto di aver messo in sicurezza la nave, scopra solo oggi che quella nave supermarket dell’esplosivo è ancora accessibile. Della presenza del tritolo all’interno della nave si ha notizia sin dal 1995. Venne affondata nella primavera del 1943 da un sommergibile inglese, ma della sua distruzione se ne ebbe notizia nei registri navali solo due anni dopo. Per evitare prelievi, la nave fu piombata, ma evidentemente il lavoro non fu fatto propriamente ad arte. Come mai? Incapacità, imperizia o c’è dell’altro? In una città in cui ‘ndrangheta, massoneria e servizi segreti deviati viaggiano a braccetto è impossibile che nessuno sapesse che quella nave custodiva ancora esplosivo “disponibile”. Adesso la Procura non ha alibi: deve andare fino in fondo per non andare a fondo.