Quel che resta della verità

Parafrasando Oscar Wilde, la verità non è una e non è semplice. Che cosa sta succedendo in Calabria? Tutto e niente, come al solito. Mentre la Regione Calabria è impegnata a cancellare i vitalizi vergogna da un giorno (tenendosi stretti quelli che costano 600mila euro al mese e che spesso finiscono a politici nei guai con la giustizia), gli strascichi del Palamaragate arrivano in riva allo Stretto e travolgono tutto. Proprio mentre la politica calabrese, di destra e di sinistra, viene bersagliata da scandali e inchieste. E la ‘ndrangheta, come dico spesso, se la ride. Facciamo un po’ di chiarezza. […]

  

Un fucile può riscrivere la storia dei rapporti mafia-ndrangheta

Mafia, ’ndrangheta, trattative con lo Stato e servizi segreti. Tutto ruota e si salda attorno all’omicidio del giudice Antonino Scopelliti, il sostituto procuratore generale in Cassazione che il 9 agosto 1991 era la pubblica accusa nell’ambito del primo maxi processo contro Cosa Nostra. Il magistrato venne ucciso nella sua auto alla periferia di campo Calabro, il suo paese, da due colpi d’arma da fuoco. Fu l’ennesimo delitto eccellente della guerra di ’ndrangheta che aveva insanguinato Reggio Calabria dal 1986 con una media di 100 morti all’anno. La sua morte, voluta dalla mafia ed eseguita dalla ’ndangheta sancì la pax mafiosa […]

  

Se la ‘ndrangheta nasconde il superboss della mafia

Una frase buttata lì, «senza elementi investigativi concreti» ma senza neanche poterlo escludere. Il pm antimafia calabrese Giuseppe Lombardo, il magistrato che indaga sull’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, sulla Lega Nord e sui rapporti di Paolo Romeo con Cosa Nostra e che ha svelato le trame delle famiglie reggine di ‘ndrangheta uscite dilaniate dalla guerra di metà anni Ottanta, ha detto che il superboss della mafia, Matteo Messina Denaro, potrebbe essere nascosto dalla ’ndrangheta. «Per quello che è la storia delle mafie penso che nessuno di noi abbia la possibilità di escludere alcunché, proprio perché sono talmente ramificate e strutturate […]

  

Il mea culpa dei preti calabresi sulla ‘ndrangheta

Rosy Bindi fa la furbetta davanti ai vescovi che ammettono che sì, in passato la ‘ndrangheta ha esercitato una qualche sorta di contagio anche dentro la Chiesa. La presidente della commissione Antimafia – che tra qualche giorno si esibirà anche sul caso di Roma, a rischio scioglimento per Mafia Capitale –  ha fatto un favore al Pd e ha evitato l’audizione in commissione dell’assessore regionale Antonino De Gaetano (finito nei guai per i suoi presunti rapporti con i boss del quartiere Archi). I Cinque stelle calabresi  che fanno parte dell’Antimafia, il senatore Luigi Gaetti e il deputato Riccardo Nuti, sostengono […]

  

Quanta puzza di bruciato

Oggi volevo parlare della splendida puntata di ieri sera di Presa diretta, dove si è parlato (soprattutto) della difficoltà dello Stato a far fruttare i beni sequestrati alla mafia. Anche perché (è solo una coincidenza?) la scorsa notte un incendio è divampato all’interno del Caffè de Paris di via Veneto a Roma. Pochi danni, per fortuna, ma al peggio non c’è fine. La struttura simbolo della Dolce vita romana era finita al centro di un’inchiesta su riciclaggio di denaro di cosche della ’ndrangheta calabrese (era in mano alla famiglia Alvaro) ed è da allora sotto amministrazione giudiziaria. Come vanno le […]

  

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