Una statua per Rosa Parks
Aveva 42 anni Rosa Parks, quando sfidò i razzisti della sua città, Montgomery (Alabama), rifiutandosi di alzarsi da un post, sull’autobus, riservato ai bianchi. Con quel gesto di sfida diede inizio alla lotta per i diritti civili degli afroamericani, partita con il boicottaggio dei bus a Montgomery. A ricordare quella piccola-grande donna c’è una statua alta tre metri al Campidoglio (Washington), sede del Congresso Usa. L’ha inaugurata Obama: “In un momento con il più semplice gesto (Rosa Parks) aiutò a cambiare l’America e il mondo”, hadetto il presidente inaugurando la statua con una cerimonia solenne (e bipartisan). La Parks, che di mestiere faceva la sarta, fu arrestata il 1° dicembre 1955, accusata di aver violato le leggi sulla segregazione: stava tornando a casa in autobus, essendo rimasto un solo posto a sedere libero nella parte anteriore del mezzo, quello riservato ai bianchi, lei si sedette lì. Poche fermate dopo salirono a bordo alcuni passeggeri bianchi. A quel punto il conducente, James Blake, le ordinò di alzarsi e spostarsi nella parte riservata ai neri. La Parks si rifiutò e rimase al suo posto. Il conducente fermò il bus e chiamò due poliziotti per risolvere la questione: la Parks fu arrestata e incarcerata. Passò alla storia come “the woman who didn’t stand up (la donna che non si alzò)”. Fu condannata a pagare la somma di dieci dollari. Ma il suo gesto di sfida arrivò fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che nel 1956 decretò, all’unanimità, che la segregazione sui mezzi pubblici era incostituzionale. Da allora Rosa Parks divenne un’icona per il movimento dei diritti civili. Alla sua storia è ispirato il film “La lunga strada verso casa“, con Whoopi Goldberg.