Barack Obama, George W. Bush, Bill Clinton, George H.W. Bush e Jimmy Carter si sono ritrovati tutti insieme, a Dallas, per l’inaugurazione della Biblioteca Presidenziale e del Museo dove saranno conservati tutti gli atti e i documenti degli otto anni trascorsi alla Casa Bianca da George W. Bush. Alla cerimonia, nel campus della Southern Methodist University, hanno partecipano molti ex o attuali capi di stato e di governo stranieri, oltre a decine di esponenti dell’amministrazione Bush e del Partito Repubblicano. Tra questi anche Silvio Berlusconi, José Maria Aznar, Tony Blair,  Ehud Olmert e molti altri.

Il George W. Bush Presidential Center ripercorre le tappe chiave dei due mandati dell’ex presidente repubblicano, dall’11 settembre all’uragano Katrina, alla guerra in Iraq. Comprende una biblioteca e un museo, la cui gestione è stata affidata alla U.S. National Archives and Records Administration, l’agenzia governativa americana che fornisce accesso a registri e documenti presidenziali, oltre che a materiale storico e oggetti d’epoca. Gli archivi contengono 70 milioni di pagine di registri e 200 milioni di e-mail.

L’inaugurazione è stata una grande festa, apertasi sulle note di “God Bless America“. Poi si sono alternati gli interventi degli ex presidenti. Il primo a prendere la parola è stato Bush padre, che sedeva su una sedia e rotelle. Alzatosi per un brevissimo saluto, ha ricevuto una standing ovation. Dopo hanno parlato Bill Clinton e Jimmy Carter: il primo ha scherzato dicendo di sentirsi la “pecora nera” perché si trovava così tanto vicino ai Bush. Sia lui che Carter hanno evidenziato l’impegno di Bush in molte cause umanitarie. Per finire gli interventi del presidente Barack Obama e del festeggiato, George W. Bush. “I migliori giorni per il nostro Paese devono ancora venire – ha detto George W., faticando non poco a trattenere l’emozione – Abbiamo portato più libertà nel nostro Paese migliorando il sistema scolastico e abbassando le tasse per tutti. Abbiamo liberato nazioni dalla dittatura e dall’Aids”. Tre democratici e due repubblicani, un pezzo di storia degli Stati Uniti si è riunito mettendo da parte divisioni politiche e ideologiche. Mancava solo Reagan e ci sarebbero stati tutti i presidenti dal 1976 a oggi.

 

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