Cosa avrà spinto Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon, a sborsare 250 milioni di dollari per comprarsi un giornale? A dare l’annuncio del cambio di proprietà è il quotidiano stesso, il Washington Post, scrivendo che si tratta di una mossa “improvvisa e scioccante”, visto anche che “poche persone erano consapevoli che la vendita fosse in corso”. L’acquisto, spiega ancora il Post, è stato effettuato a titolo personale. Vuol dire che il giornale sarà di Bezos e non di Amazon, il colosso mondiale delle vendite sul web.

Finisce l’era della famiglia Graham, ai vertici del foglio di Washington DC da quattro generazioni. Donald Graham, amministratore delegato, poco dopo la firma della cessione ha spiegato che ha fatto ogni tentativo per adeguare il giornale alle nuove tecnologie e ai mutamenti del mercato. Ma le vendite e la pubblicità in calo hanno trascinato sempre più in basso i conti del gruppo. Eppure il giornale sarebbe stato in grado di sopravvivere… “ma noi – ha spiegato Graham – vogliamo qualcosa di più della mera sopravvivenza”. Dunque si volta pagina. Per tornare a far volare alto il quotidiano che, negli anni Settanta, fu protagonista dello scoop di Bob Woodward e Carl Bernstein, i due reporter che fecero scoppiare il caso Watergate. Bezos promette che non ci saranno tagli nel personale.

Fondato nel 1877, il Post è passato nelle mani della famiglia Graham nel 1946. È uno dei quotidiani che ha fatto la storia del giornalismo americano. L’ultimo scoop è quello sul Datagate, con l’intervista alla talpa Edward Snowden pubblicata in un’esclusiva condivisa solo con il quotidiano inglese Guardian. Il colosso dell’economia digitale riuscirà ad imprimere una svolta significativa anche al mondo dell’editoria? E dopo anche Amazon si mobiliteranno anche altri giganti del web, tipo Google o Facebook? Se ne parla da tempo…

Ma torniamo alla domanda iniziale: cosa avrà spinto Bezos a prendersi un giornale? La “mission impossible” di investire soldi (sperando di fare utili) in un settore notoriamente in perdita? Oppure il desiderio (legittimo) di incidere nella società e nella politica americana? Qualcuno osserva, pragmaticamente, che per un miliardario come Bezos possedere il Washington Post è, più che altro, un discorso di status symbol. Un gioiellino da lucidare bene e di cui vantarsi in pubblico. E se dovessero arrivare anche gli utili ancora meglio…

In una lettera indirizzata a tutti i dipendenti del Washington Post, Bezos ricorda che Internet ha trasformato e sta trasformando il business. E che lui intende proseguire in quella direzione. Resta da capire se riuscirà a imporre nuovi modelli di business editoriale e se porterà, davvero, qualche importante innovazione nel grande “mercato delle notizie”. Non ci resta che attendere e osservare attentamente. Difficile, però, che Mister Amazon abbia in mente di rinunciare alla carta…

Guarda la prima pagina che annuncia la vendita del giornale

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