Fungo ammazza riso per piegare la Cina negli anni ’60
Inizio anni Sessanta. Alla Casa Bianca da poco si è insedediato John Fitzgerald Kennedy. Siamo in piena guerra fredda. Nelle isole giapponesi di Okinawa e a Taiwan l’esercito americano porta avanti alcuni esperimenti con armi batteriologiche in grado di danneggiare le coltivazioni di riso. Emerge da documenti militari americani di cui è entrata in possesso l’agenzia di stampa giapponese Kyodo. I test furono realizzati almeno 12 volte tra il 1961 e il 1962, nei siti di Nago e Shuri: sui campi di riso venne rilasciato un fungo, il Magnaporthe Grisea, per vedere il tipo di reazione sulla produzione. Il fungo (attualmente presente in 85 Paesi) è in grado di distruggere una quantità di riso pari a quella in grado di sfamare 60 milioni di persone all’anno. L’obiettivo evidentemente era la Cina e il Sud Est asiatico. Solo nel 1969 gli Stati Uniti decisero di sbarazzarsi di quelle pericolose armi batteriologiche. Una convenzione internazionale dal 1972 proibisce qualsiasi attività di produzione e detenzione di armi chimiche e batteriologiche.
L’arcipelago di Okinawa nel sud del Giappone, rimase sotto il controllo di Washington fino al 1972 e attualmente ospita più della metà dei circa 48mila soldati americani dislocati in Giappone (il 20% del territorio dell’isola principale della provincia è sotto il controllo Usa). Il governo statunitense in passato ha ammesso di aver condotto esperimenti con armi chimiche e batteriologiche a Porto Rico e negli Stati americani di Hawaii e Utah.