Il pasticcio di Hillary Clinton sulle mail
Ci ha messo una settimana, poi ha ceduto. Hillary Clinton ha ammesso di aver sbagliato, che non era proprio il caso di utilizzare la sua mail privata (e solo quella) quando era segreteria di Stato nella prima amministrazione Obama. Per cercare di uscire dall’angolo ha organizzato una conferenza stampa al quartier generale delle Nazioni Unite a New York, e ha fornito, finalmente, la propria versione dei fatti: ha usato un account di posta elettronica privato utilizzato per gestire la sua corrispondenza ufficiale, tra il 2009 e il 2011. Riconosce di aver sbagliato: “Col senno di poi, sarebbe stato meglio impiegare due diversi apparecchi telefonici e due account e-mail distinti”. E ha osservato che l’idea di gestire più apparecchi telefonici per diversi account di posta le era parsa una soluzione “scomoda”. Forse non ha capito che avrebbe potuto gestire account diversi anche con il medesimo apparecchio. Qualcuno, infatti, ha sottolineato la versione assai poco convincente, per non dire risibile, dei fatti. “Per concedersi la splendida comodità di impiegare un solo telefono cellulare, Clinton è passata attraverso la noia ben maggiore di creare un proprio dominio privato e inaccessibile il giorno della sua nomina a segretario di Stato, e di commissionare un sistema per gestirlo“, sottolinea polemicamente un editoriale del Wall Street Journal. L’unica notizia di rilievo della conferenza stampa di ieri, sottolinea il Washington Post, è la conferma, da parte della stessa Clinton, che la corrispondenza e-mail del suo quadriennio a capo della diplomazia Usa è stata distrutta in quanto “privata”, fatta eccezione per la piccola parte resa pubblica dopo le polemiche sull’attacco al consolato Usa di Bengasi. Secondo il New York Times la conferenza stampa di ieri è un autogol, sia per forma sia per contenuto. Clinton ha regalato all’elettorato Usa “un ritorno al futuro”, costretta ancora una volta sulla difensiva per discutibili scelte passate mentre prova a presentarsi ai cittadini nelle vesti di una novità politica per il futuro.
La Clinton è convinta (o almeno prova a farlo credere) di non aver fatto nulla di male: “Ho rispettato tutte le regole: l’utilizzo di un account privato era consentito”. Con queste parole ha difeso il suo operato, commentando quello che i giornali hanno già ribattezzato l’emailgate. “Non ho mai spedito via email materiale classificato“, ha spiegato incalzata dai reporter. “Tutte le mie email collegate al lavoro sono ora in possesso del dipartimento di Stato”, ha precisato. L’ex first lady ha spiegato di aver inviato circa 60.000 email mentre era segretario di stato di cui la metà personali. E se quelle personali ha deciso di cancellarle, “nessuna email collegata al lavoro – ha ribadito – è stata cancellata”. Ovviamente gli americani devono crederle sulla parola.
Ma ci sono alcuni particolari che non tornano. Come sottolinea Il Post “qualche giorno fa Hillary Clinton in visita a una conferenza di tecnologia nella Silicon Valley aveva detto che va in giro con tanti dispositivi, due iPad, un iPhone e un BlackBerry. E martedì sera ha detto che tra le sue email personali c’erano quelle mandate a suo marito, quando tra gli addetti ai lavori è noto – e i suoi portavoce lo hanno confermato – che Bill Clinton ha mandato due email in tutta la sua vita“.