Hillary Clinton tra banche e Iraq
“Dovremmo fare di più per tenere sotto controllo i comportamenti a rischio delle banche”, ha detto Hillary Clinton parlando in Iowa. Secondo la candidata alle primarie democratiche per la Casa Bianca le misure proposte dai repubblicani per regolare la banche sono un “cavallo di Troia“, perché puntano a ridurre le norme che vigono per le banche. Il tema è molto sentito a sinistra, specie dopo lo scoppio dell’enorme bolla immobiliare (crisi dei subprime) a partire dal 2006, che scatenò una delle più grandi crisi di tutti i tempi. Su questo punto la più agguerrita è la senatrice Elizabeth Warren, che da consigliere speciale presso il Dipartimento del Tesoro (nella prima amministrazione Obama) ha dato via all’authority federale che vigila sui prodotti finanziari per tutelare i consumatori dalle speculazioni delle banche.
Tra gli argomenti che più tengono banco in questi giorni c’è (ancora) la guerra in Iraq, tema riemerso in questi giorni per i candidati nella corsa alla Casa Bianca (in primis Jeb Bush) sollevando non poche polemiche. Ai giornalisti che la interrogano l’ex segretario di Stato (da senatrice nel 2003 votò l’autorizzazione all’intervento Usa in Iraq) dice di aver commesso un errore. La Clinton ora puntualizza: “Sono stata molto chiara a riguardo: ho commesso un errore. L’ho scritto nel mio libro e ne ho parlato pubblicamente”.