Il governatore anti sindacati vuole la Casa Bianca
C’è anche il governatore del Wisconsin, Scott Walker, tra i candidati in corsa per le primarie repubblicane in vista delle presidenziali. Si sapeva già ma l’annuncio ufficiale è arrivato oggi. La schiera di candidati del Grand Old Party tocca quota quindici. “Sono dentro. Mi candido alla presidenza perché gli americani meritano un leader che combatta e vinca per loro“, ha detto in un video il governatore poco prima il lancio della sua campagna in un evento a Waukesha, poco fuori Milwaukee (Wisconsin). Quarantasette anni, Walker è molto apprezzato dall’ala più conservatrice dei repubblicani: in passato si è impegnato in un durissimo braccio di ferro con i sindacati dei dipendenti pubblici, da cui è uscito vincitore. Eletto governatore nel 2010, ha ottenuto un secondo mandato lo scorso novembre. La sua battaglia verte su due punti: abbassare le tasse e ridurre la spesa pubblica.
Per mesi, però, a Madison, capitale del Wisconsin, è infuriata la polemica sui 250 milioni di dollari per costruire un nuovo palazzetto dello sport per ospitare la squadra di basket dei Milwaukee Bucks: questa opera, gradita ai tifosi, ha fatto infuriare i commentatori più conservatori che di solito lo sostengono nei talk show sulle radio e in tv, visto e considerato che si parla di denaro pubblico da investire per un club i cui proprietari sono miliardari. La storia della nuova arena dei Bucks ha rischiato di far saltare l’approvazione del bilancio dello Stato.
Nella presentazione, lo scorso febbraio, dei risultati ottenuti come governatore, molti hanno visto la prova generale per la corsa delle primarie. Walker ha promesso il massimo impegno per “ripristinare il sogno americano proprio dal Wisconsin”, promettendo di ridurre le tasse di proprietà, congelare tasse universitarie, consolidare operazioni di sviluppo economico e ridurre le dimensioni del governo statale. In altri termini l’abc del perfetto conservatore. Anche se i dissapori, con i compagni di partito, non sono mancati.
Figlio di un pastore battista e una segretaria, Walker ama sottolineare le sue umili origini, grazie alle quali dice di sentirsi in perfetta sintonia con i problemi della gente comune. Come governatore del Wisconsin, è diventato uno dei campioni dei Tea Party, imponendo una radicale riforma del pubblico impiego, con forti limitazioni alla contrattazione collettiva, contro la quale sindacati e partito democratico avevano ingaggiato una durissima battaglia. Nel 2011, Walker è sopravvissuto ad un voto di recall, l’elezione speciale con la quale i sindacati speravano di sconfiggerlo. E nel 2014 ha ottenuto un secondo mandato.
Per dar manforte alla sua battaglia Walker ha pubblicato un libro di memorie intitolato “Unintimidated: A Governor’s Story and a Nation’s Challenge” (Non intimidito: la storia di un governatore e la sfida di una nazione). E di recente ha diffuso un video in cui racconta lo scontro con i sindacati con toni epici e il ritmo di un film d’azione.
Walker è sposato con Tonette Tarantino, discendente di immigrati siciliani. Quando si conobbero lei era una vedova di 36 anni, cattolica e democratica. Lui ne aveva 24. Si sposarono nel giorno del compleanno di Ronald Reagan e lui ama definirla in pubblico “la mia roccia”. I due figli, Matt e Alex, faranno campagna per il padre. Unico dissidio in famiglia quello sui matrimoni fra persone dello stesso sesso. Scott si proclama contrario, ma la cugina di Tonette si è sposata con una donna e Alex è stato il suo testimone.
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