Obama_Se c’è un tema che unisce i repubblicani è la ferma convinzione che Obama sia un disastro. Soprattutto in politica estera. Ed è certo che dopo questa frase lo penseranno ancor di più. “Se ci fossero stati i repubblicani (alla Casa Bianca, ndr) ora saremmo in sette guerre”, ha detto rivolgendosi ad un gruppo di veterani ospiti alla Casa Bianca. “Non esagero affatto – ha continuato -. Le ho contate. Saremmo impegnati in azioni militari in sette posti nel mondo”.

L’incontro con i veterani è avvenuto il mese scorso a porte chiuse nella Roosevelt Room della Casa Bianca. Ma lo staff del presidente ha pubblicato solo adesso, sui social media, un video sull’evento. Va chiarito subito che Obama non ha specificato i luoghi dei conflitti cui faceva riferimento. Lo ha fatto invece Ned Price, portavoce del National Security Council, parlando con la stampa. Le guerre sarebbero queste: Siria, Iraq, Pakistan, Somalia, Libia, Afghanistan e Yemen. “Il punto è – ha spiegato Price – che alcuni critici pensano che l’uso massiccio di forze di terra sia la risposta ad una minaccia della sicurezza. La nostra risposta è stata invece di impiegare soldati in missioni separate con scopi predefiniti”.

Obama ha scelto di riportare i soldati Usa a casa, ed ha iniziato a farlo. Ma non sempre – nei modi e nei tempi – questa scelta ha portato bene. La gravissima situazione in Iraq (con l’Isis che controlla una fetta del Paese) e in Afghanistan, dimostra che non è possibile ritirare le truppe se prima non si è stabilizzata la situazione. Poi c’è il caos della Libia, che dopo la guerra Nato che ha estromesso Gheddafi non riesce a trovare pace. Infine la Siria, con molti che accusano Obama di eccessiva debolezza, sfruttando la quale si è inserita, abilmente, la Russia di Putin. Se è vero che la Casa Bianca non ha causato (o voluto) tutte queste guerre, è altrettanto vero che in alcuni casi ha difettato di fermezza. E proprio questo –  l’accusa più grave per il presidente – ha danneggiato la leadership americana nel mondo. Il prossimo presidente riuscirà a fare meglio?

La Casa Bianca intanto non si pronuncia su cosa esattamente succederà alle truppe americane di stanza in Afghanistan alla fine del 2015. Il portavoce, Josh Earnest, conferma che il presidente è al corrente delle opzioni presentate dal generale John Campbell, “e le considera un importante input, ma non è l’unico”.

 

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