corsa_repubblicana_I candidati repubblicani in corsa per la la Casa Bianca si affrontano in un nuovo dibattito in tv, il quarto della stagione. L’incontro si terrà a Milwaukee e verrà trasmesso da Fox Business (guarda qui), emittente vicina alla destra. Dopo aver fornito una prova decisamente opaca nell’ultimo dibattito, a Boulder, Jeb Bush dovrà andare all’attacco riuscendo a tenere testa all’avversario per lui più temibile, il suo ex delfino Marco Rubio. Per farlo, come evidenziano alcuni commentatori, l’ex governatore della Florida potrebbe cercare un’alleanza con Ted Cruz, senatore del Texas e punto di riferimento dei Tea Party. I due, infatti, hanno in Rubio un comune nemico, dal momento che quest’ultimo, oltre che con l’establishment, gode di buoni rapporti anche con l’ala più conservatrice del partito.

Bush viene descritto sempre più allarmato dall’ascesa di Rubio, cha ha mosso i primi passi in politica nei suoi uffici, negli anni Novanta. Non vuole che sia lui, una volta che si sgonfieranno – che crede (e spera) l’establishment repubblicano, le candidature di Donald Trump e Ben Carson. Per evitare che questa strategia di lungo termine rischi di saltare per colpa di Rubio, i consiglieri e alleati di Jeb stanno preparando una serie di attacchi contro il senatore, più avanti di Bush negli ultimi sondaggi.

L’obiettivo della campagna di 20 milioni dollari – rivela il New York Times – è quello di mostrare le debolezze e le vulnerabilità del giovane repubblicano, arrivato al Senato con la vittoria del Tea Party del 2010 ma anche ben accreditato presso gli stessi ambienti moderati a cui punta Bush. La strategia presenta però dei lati rischiosi, a partire dal fatto che Bush finirebbe con l’utilizzare la stessa macchina del fango e quegli attacchi personali che più di una volta ha criticato. Senza contare che Rubio avrebbe gioco facile nel contrastarlo, limitandosi a ricordare le numerose attestazioni di stima ricevute negli anni dal suo ex mentore. Compresa quella, immortalata in un video, in cui nel 2012 Bush affermò che Rubio “ha l’acume intellettuale e la forza per essere un
buon presidente”. Insomma, avrebbe buon gioco Rubio, qual è il vero Bush, quello che mi stronca oggi o quello che ieri mi esaltava?

Secondo i sondaggi gli outsider Carson e Trump sono ancora in testa, anche se la stampa Usa sembra prestare maggiore attenzione ai candidati che considera politicamente più solidi e con maggiori chance di vittoria. Il discorso potrebbe cambiare se, dopo Iowa e New Hampshire, i due “non politici” dovessero confermarsi ancora al top. In quel caso verrebbero presi sul serio. Ma la corsa sarebbe, comunque, solo agli inizi.

Cosa dicono i sondaggi

Un sondaggio condotto da McClatchy-Marist poll tra il 29 ottobre e il 4 novembre evidenzia le forti difficoltà di Bush. Il “campione”, a livello di gradimento tra l’elettorato repubblicano, è Carson, con il 67% che si esprime a suo favore e il 20% che si dichiara meno colpito dall’ex neurochirurgo. Degna di nota è la scalata di Rubio, che balza al 58% per pareri favorevoli contro il 27% che non lo vede di buon occhio. A seguire Ted Cruz, con il 51% di gradimento contro il 31%. Jeb Bush ha un gradimento di appena il 32%, mentre il 58% non lo apprezza. In calo anche Trump, che gode dell’apprezzamento (44%) inferiore ai pareri sfavorevoli (49%). Per quanto riguarda i consensi veri e propri, il primo posto è conteso tra Carson e Trump, rispettivamente al 24% e al 23%. Rubio si assesta al terzo posto al 12% con Cruz e Bush a pari punti fermi all’8%.

 

 

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