Sanders_HillaryHillary Clinton è in serie difficoltà, per questo attacca. Bernie Sanders spiega così le dure accuse piovutegli addosso dall’ex segretaria di Stato. I sondaggi, del resto, registrano la rimonta del senatore liberal con un testa a testa in alcuni stati chiave, come l’Iowa, e addirittura un sorpasso in New Hampshire. Insomma, tutto si può dire meno che Hillary abbia già vinto le primarie del partito democratico. “Credo che un candidato che credeva in principio di essere il predestinato – ha detto il senatore del Vermont – si trovi adesso in una corsa molto difficile in Iowa e New Hampshire. Per questo ovviamente cominciano gli attacchi e improvvisamente Bernie Sanders non è più un brav’uomo”. Ma cosa ha detto di lui la Clinton? In un’intervista alla Cnn la Clinton l’ha attaccato perché non ha ancora presentato il suo piano fiscale.  Poi ha respinto le accuse (poi rettificate) del vicepresidente Usa Joe Biden, che l’aveva definita “relativamente nuova alla battaglia contro le disuguaglianze di reddito rispetto a Sanders”. Insomma, finalmente arrivano gli attacchi. Altrimenti che primarie sarebbero?

Il sondaggio che spaventa la Clinton è stato realizzato dalla Monmouth University: in New Hampshire Sanders sarebbe in vantaggio addirittura di 14 punti. Superfluo puntualizzare che se andasse a finire così, per la Clinton sarebbe un vero e proprio tracollo. Secondo il rilevamento il 53% dei votanti del New Hampshire di area dem preferisce Sanders, mentre per Hillary il consenso è stimato intorno al 39%.

Il voto del New Hampshire è importante non tanto per i 24 delegati (sui 3.560) che saranno eletti. Spesso chi vince nello “Stato del granito” conquista la nomination del partito: è successo ad esempio a John Kerry, nel 2004, che ha sconfitto il favorito Howard Dean, e ha conquistato poi le primarie. Il sondaggio evidenzia inoltre che Hillary perde terreno a vantaggio di Sanders tra i democratici registrati, oltre che tra le donne e tra gli elettori più anziani. Sanders è preferito soprattutto dagli elettori registrati come indipendenti, dai giovani e dagli uomini.

Hillary resta in testa su base nazionale, con il 48% contro il 41% di Sanders, secondo l’ultimo rilevamento New York Times/CBS. Se solo un mese fa la Clinton lasciava indietro Sanders di 20 punti, ora è tutto cambiato. Ma, come abbiamo ricordato diverse volte, le stime più importanti sono quelle dei singoli Stati. Hillary prova a rilanciarsi ponendosi come la vera erede di Obama. Non a caso su Twitter osserva: “Il presidente degli Stati uniti e i suoi numeri: 18 milioni con un’assicurazione sanitaria, 14 milioni di nuovi posti di lavori, 27 azioni esecutive per fermare la violenza d’armi da fuoco”. E sempre sulle armi insiste: “Porre termine all’immunità dalle cause legali per l’industria delle armi da fuoco è fondamentale per gestire l’epidemia di violenza in America”.

Ma incalzata (e impaurita) da Sanders, Hillary Clinton è costretta a spostarsi a sinistra, giocando la sua carta fiscale contro i ricchi per accattivarsi la determinante classe media: la proposta, lanciata durante la sua campagna in Iowa, è quella di una sovrattassa del 4% per chi guadagna più di 5 milioni di dollari l’anno.

 

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