George Bush contro Trump
Prima un video. Ora un comizio. George W. Bush è sceso in campo in modo forte per sostenere il fratello Jeb nella difficile corsa per la nomination repubblicana. Sprofondato nei bassifondi dei sondaggi, l’ex governatore della Florida si è rialzato in New Hampshire. E ora punta agli stati del Sud, a partire dal South Carolina (si vota sabato).
Salito sul palco a Charleston (South Carolina), l’ex presidente ha attaccato Donald Trump, pur senza mai menzionarlo: “Capisco che gli americani siano arrabbiati e frustrati, ma non abbiamo bisogno di qualcuno nella sala Ovale che rifletta e infiammi la nostra rabbia e la nostra frustrazione, abbiamo bisogno di qualcuno che possa risolvere i problemi e questo è Jeb Bush. Lui ha l’esperienza e il carattere per essere un buon presidente”.
L’ex presidente ha detto di aver “visto Jeb in azione, la sua mano non trema quando deve affrontare l’imprevisto e potete stare sicuri che si comporterà in maniera adeguata e affidabile sulla scena mondiale”. Senza fare nomi degli altri candidati (né di Trump né di altri), George W. ha voluto ricordare agli elettori che “la forza non è vuota retorica. Non è spacconate. Non è teatralità. La vera forza deriva dall’integrità e dal carattere. E in base alla mia esperienza, la persona più forte di solito non è la persona più chiassosa nella stanza”.
È la prima volta che l’ex presidente torna sulla scena politica da quando ha lasciato la Casa Bianca nel gennaio 2009. Da tempo si dedica alla pittura e ai lavori all’aria aperta, nel suo ranch in Texas. Ieri sera, però, accompagnato dalla moglie, è tornato a parlare di politica, difendendo energicamente la sua eredità e lanciando il fratello, che “vede un domani migliore”. Le dichiarazioni di George W. arrivano dopo le ripetute critiche di Trump, che lo ha accusato di aver scatenato la guerra in Iraq, di aver subito l’attacco dell’11/9 e della recessione iniziata alla fine della sua presidenza.
Nonostante tutte le colpe che gli sono state attribuite, oggi George W. Bush è uno dei repubblicani più popolari – se non il più popolare – col 77% degli elettori di destra che valuta positivamente la sua figura. Proprio per questo motivo Jeb è convinto che il fratello possa dargli una spinta decisiva in uno Stato, il South Carolina, considerato un “feudo dei Bush”, visto che vi hanno vinto sia George W. nelle primarie del 2.000 (contro John McCain), sia Bush padre nel 1988 e nel 1992.
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