abedin_clintonLa decisione dell’Fbi di riaprire le indagini sullo scandalo email (leggi l’articolo) potrebbe causare un vero e proprio terremoto politico negli Stati Uniti. Partiamo da un sondaggio Abc/Washington Post: il vantaggio di Hillary Clinton dai 12 punti di sei giorni fa (20-23 ottobre) si riduce a soli due punti. L’ex segretaria di Stato si attesta al 47% mentre il rivale repubblicano, Donald Trump, è al 45%. L’analisi evidenzia come l’accorciamento delle distanze sia dovuto ad un balzo inatteso di Trump (+7%) che al calo di Clinton, limitato al 3%. Il sondaggio in questione è stato realizzato tra il 24 ed il 27 ottobre. Prima, dunque, che uscisse la clamorosa notizia che l’Fbi ha riaperto l’inchiesta sullo scandalo emailgate: le oltre 60.000 e-mail che Clinton, quando era segretario di Stato inviò e ricevette tramite un server di posta privata.

La grande stampa americana, pur con diverse sfumature, è critica nei confronti del direttore dell’Fbi James Comey e della sua decisione di riaprire l’indagine. Comey “avrà delle buone ragioni”, si legge in un editoriale del Washington Post, ma “il suo tempismo è comunque infelice perché potenzialmente può influenzare un processo democratico nel quale milioni di persone stanno già votando”. Per il Post, l’intera vicenda dell’emailgate è stata “ampiamente gonfiata” oltre la sua reale importanza e la precedente indagine dell’Fbi ha già dimostrato che l’uso di un server privato da parte dell’allora segretario di stato non ha provocato danni alla sicurezza nazionale. Resta ora da valutare, scrive il Post, “quanti danni potrà fare alla candidatura della Clinton il riemergere all’ultimo minuto di una vicenda che fin dall’inizio non avrebbe dovuto generare così tanti sospetti e accuse”. Molto più duro è il New York Times, che definisce “criptica” la comunicazione con la quale Comey ha informato il Congresso del supplemento di indagine nei confronti della Clinton. “Di chi sono queste email? Di cosa parlano? Hanno un qualche collegamento con la stessa Clinton? Comey non lo dice – sottolinea il Nyt  – e di fatto sembra non averne idea”. Eppure, “ha informato il Congresso che l’Fbi ‘non è ancora in grado di stabilire se questo materiale sia significativo’, né è in grado di prevedere quanto tempo ci vorrà per stabilirlo”.

emailgateDonald Trump ora comincia a credere di poter ribaltare i pronostici. E ovviamente va subito all’attacco: “La corruzione di Hillary Clinton raggiunge livelli mai visti, non lasciamo che porti le sue trame criminali allo Studio Ovale. Ho un grande rispetto per il fatto che l’Fbi e il dipartimento di Giustizia siano disposti ora ad avere il coraggio di rimediare all’orribile errore che hanno fatto”, ha aggiunto durante un comizio a Manchester, con i suoi sostenitori che continuavano a scandire lo slogan “lock her up” (chiudetela in cella). Il tycoon ha poi detto che la decisione presa nei mesi scorsi dall’Fbi di chiudere senza alcuna incriminazione l’inchiesta sul mailgate “è stato una grave fallimento della giustizia e gli americani lo sanno bene”. “Ed ora tutti sperano che venga corretto – ha detto ancora – forse finalmente sarà fatta giustizia”.

 

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