Trump Signs Two Documents - WashingtonMissione compiuta per i Repubblicani: approvato il piano che smantella l’Obamacare, la riforma della sanità simbolo della presidenza di Barack Obama. L’American Health Care Act è passato di misura, grazie a soli quattro voti di scarto: 217 favorevoli e 213 contrari. Oltre a tutti i deputati democratici hanno votato no anche 20 repubblicani.

Nonostante lo scarto risicato è un risultato positivo per la Casa Bianca, dopo la doccia fredda di marzo, quando la prima versione del progetto venne ritirata per mancanza di numeri in seno al Grand Old Party (Gop). Trump ne ha parlato in una conferenza stampa, anche se il testo deve ancora passare dal Senato prima di diventare legge. Il presidente ha ostentato sicurezza: “Ho fiducia nel fatto che il Senato lo approverà. È un grande piano”. E ancora: “Abbiamo davvero ricompattato il partito”. Per Mario Platero (il Sole 24Ore) più che altro è un successo politico: “Donald Trump si è liberato di un incubo, dell’incantesimo che bloccava un voto che il presidente era convinto di avere in tasca, ma che non riusciva a concretizzare. E questo per le resistenze all’interno del suo stesso partito, per quei 33 irriducibili repubblicani determinati ad andare fino in fondo perchè consideravano la riforma troppo blanda. Con il voto di ieri Donald Trump ha affermato la sua prima vera, importante vittoria politica che spianerà la strada per l’introduzione del pacchetto di investimenti infrastrutturali. Ha creato un consenso di fondo su cui potrà cercare di fare leva coi democratici per far avanzare il progetto di riforma fiscale”. In altre parole, Trump voleva iniziare a imprimere un primo cambiamento, e per farlo aveva (ed ha) bisogno di risorse da investire. Ha scelto di reperirle tagliando le unghie all’Obamacare. Si tratta di scelte e priorità. Vedremo quali saranno i risultati, in termini concreti ed economici, e le reazioni dei cittadini.

Cosa prevede il nuovo piano

Dal punto di vista politico culturale salta il principio affermato da Obama: la salute non è più un diritto universale che lo Stato deve garantire ma torna nell’ambito della libertà di scelta dei cittadini. Nessuno potrà più essere obbligato a pagare una polizza. E anche le aziende con più di 50 dipendenti non dovranno più coprire la spesa sanitaria dei propri dipendenti, pagando la metà dei costi.

Si eliminano le sanzioni per coloro che non si assicurano. Azzerata (dal 2020) l’espansione di Medicaid, il programma di assistenza sanitaria pubblica per le famiglie a basso reddito. Obamacare prevedeva sussidi e crediti di imposta per aiutare le famiglie con figli al di sotto dei 26 anni. Al loro posto arrivano crediti di imposta (ai singoli) ma solo in base a età e reddito. Dal governo arrivano i crediti fiscali, tra 2.000 e 4.000 dollari all’anno, a seconda dell’età. Gli sconti fiscali vengono ridotti a chi guadagna oltre 75.000 dollari all’anno e per le famiglie con redditi superiori a 150.000 dollari.

Uno dei temi più controversi era questo: come saranno trattati, dalla compagnie assicurative, i soggetti che già hanno una malattia e che prima dell’Obamacare non potevano ottenere una copertura? Di fatto a queste persone potrà essere negata l’assicurazione o aumentato il premio da pagare. Non avranno problemi, invece, le persone già assicurate, che continuerano ad avere la copertura. I Repubblicani introducono inoltre il meccanismo degli “high-risk pools“. Si tratta di piani statali di copertura sanitaria per malattie gravi, come ad esempio il diabete o il cancro (già coperti da fondi federali). In questo modo si cercheranno di tenere bassi i costi di assicurazione per la fascia media dei cittadini. Vedremo se il sistema funzionerà o meno. Tutto, ovviamente, dipenderà dai fondi federali a disposizione.

La Casa Bianca ha stanziato un fondo di circa 115 miliardi di dollari che i singoli Stati potranno utilizzare per coprire le “high-risk pools”. Potrebbero non bastare. Secondo alcune stime, infatti, per avere una buona copertura di circa 1,5 milioni di americani servirebbero circa 300 miliardi. E un dato, su tutti, aiuta a comprendere la complessità del problema: in uno Stato come il Texas per coprire un malato di emofilia possono servire 150mila dollari all’anno.

La protesta dei democratici

Quando l’Aula della Camera ha approvato il piano i deputati democratici hanno preannunciato battaglia: “Avete ogni misura di questa legge tatuata sulla fronte. Brillerete nel buio”, ha ammonito la leader della minoranza, la democratica Nancy Pelosi. Durante la dichiarazione di voto aveva sottolineato come questa legge lascerà senza copertura assicurativa 24 milioni di americani.

Tag: , , ,