Usa, l’asse Bolton-Kuschner
Dopo i profondi scossoni decisi da Trump, che ha allontanato diversi membri della sua squadra, alla Casa Bianca c’è da registrare un nuovo asse: è quello tra il consigliere per la Sicurezza nazionale, John Bolton, e il genero (nonché consigliere) di Trump, Jared Kushner, che segue alcuni importanti dossier di politica estera (Medio Oriente e Messico in primis). I due sono stati in stretto contatto fin dall’inizio dell’amministrazione Trump, come ricorda il Wall Street Journal. È a Bolton che il genero di Trump si è sempre rivolto per chiedergli informazioni sui rapporti con il Palazzo di Vetro (Bolton ha rappresentato gli Usa alle Nazioni Unite durante l’amministrazione Bush).
Il rapporto tra i due è diventato ancora più intenso quando a Kushner è stato chiesto di spiegare a Bolton, di volta in volta, le posizioni della Casa Bianca su diversi temi di politica. Briefing che avvenivano per aiutare Bolton a meglio difendere l’amministrazione durante i suoi interventi, come commentatore, alla Fox News.
Considerato un “falco”, per il suo lavoro all’Onu Bolton venne apprezzato (oltre ogni previsione) anche dai Paesi che più lo avevano temuto, come Cina e Russia ma anche gli alleati Francia e Germania. Dopo aver pensato di correre per la Casa Bianca, nel 2012, fece un passo indietro e sostenne Mitt Romney, di cui divenne consigliere per la politica estera. Fondò poi un SuperPac, con cui sostenne diversi canddiati repubblicani.
Ma torniamo a Kushner, che in questo periodo non se la passa proprio bene. La portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, nega che vi sia un’inchiesta “sull’etica” dei prestiti per oltre 500 milioni di dollari alla società di Kushner. Smentite, dunque, le indiscrezioni del New York Times, che aveva parlato di due finanziamenti alla Kushner Companies e di alcuni incontri che Kushner ebbe con funzionari di Apollo Global Management, società di investimento, e Citigroup, colosso bancario. Dopo quegli incontri Apollo aveva garantito un prestito da 184 milioni alla Kushner Companies, mentre Citigroup ben 325 milioni (come riportato dal New York Times a febbraio). Kushner formalmente si era dimesso dall’azienda di famiglia, per evitare conflitti di interesse nel suo ruolo pubblico alla Casa Bianca.
Lo scorso mese il suo nullaosta di sicurezza era stato declassato da “top secret” a “secret”: che vuol dire limitazione di accesso ai documenti sensibili della Casa Bianca e dell’Intelligence. Non è un periodo rose e fiori per il genero di Trump. Chissà se l’asse con Bolton lo aiuterà a recuperare slancio…