Trump e la “pugnalata” di Trudeau
Com’è noto Donald Trump, dopo aver lasciato prima della fine i lavori del G7 in Canada, ha stupito tutti rifiutandosi di sottoscrivere il documento finale del summit (leggi l’articolo). Oggi trapelano alcuni dettagli interessanti su ciò che ha spinto Trump ad agire in questo modo. Ne parla Larry Kudlow, consigliere economico del presidente americano: Justin Trudeau (premier canadese, ndr) ha “veramente pugnalato alle spalle” gli Stati Uniti e la nostra reazione è stata necessaria per non mostrare “debolezza”, considerato anche il fatto che Trump stava per volare a Singapore in vista del vertice con Kim Jong-un.
L’inquilino della Casa Bianca ha ritirato la firma accusando Trudeau di essere stato “molto disonesto e debole”. Ma cosa aveva detto Trudeau? Nella conferenza stampa finale del summit aveva presentato il documento finale, concordato tra tutti e sette i Paesi del G7, sottolineando al contempo la ferma determinazione del proprio Paese di rispondere ai dazi Usa su acciaio e alluminio. Trump non l’ha presa affatto bene e, dopo aver parlato coi suoi collaboratori, con un tweet dall’Air Force One ha annunciato il ritiro della firma.
“Il commercio equo dovrebbe ora essere chiamato commercio stupido se non è reciproco”, ha aggiunto Trump con un altro tweet, scritto da Singapore. Poi ha aggiunto che “Justin (il primo ministro canadese, ndr) si è finto addolorato quando è stato chiamato in causa”, citando le tariffe su prodotti caseari provenienti dagli Usa in vigore in Canada. “Perché dovrei io, presidente degli Stati Uniti, permettere ai Paesi di continuare a fare un massiccio surplus commerciale, come hanno fatto per decenni, mentre i nostri agricoltori, lavoratori e contribuenti hanno un prezzo così grosso e ingiusto da pagare? Non è giusto per il popolo americano! 800 miliardi di deficit commerciale…”, ha scritto il presidente Usa in un secondo tweet.
Nel corso di un’intervista alla tv pubblica tedesca la cancelliera Angela Merkel ha detto che la decisione di Trump di ritirare via Twitter il proprio sostegno al comunicato finale del G7 è stata un’esperienza “deludente ed anche un po’ deprimente”. Duro anche il commento del presidente francese Emmanuel Macron: “Trump ha dimostrato incoerenza e inconsistenza” e “la cooperazione internazionale non può essere dettata da crisi di rabbia e da osservazioni sprezzanti”.
Interessante anche il commento del senatore Usa John McCain (repubblicano), di certo non vicino al presidente Trump. McCain ha voluto rassicurare gli alleati in questo modo: “La maggioranza bipartisan degli americani resta a favore del libero commercio, pro-globalizzazione e sostiene le alleanze basate su valori condivisi da 70 anni. Gli americani sono con voi, anche se il presidente non lo è”.