C’è un’immagine dell’ultimo discorso sullo stato dell’Unione che resterà nella memoria: Nancy Pelosi rivolge un caloroso applauso a Trump. È il momento in cui il presidente invoca la fine delle vendette politiche, girandosi verso la speaker democratica. Lei sembra gradire e applaude distendendo le braccia e guardando il presidente. Dunque pace fatta tra dem e repubblicani? Tutt’altro, era solo un applauso ironico. Poco dopo, infatti, Pelosi ha bocciato il discorso di Trump, dicendo che “ci vorranno giorni per controllare tutte le dichiarazioni false che ha fatto”.

Comunque sia Trump ha provato a tendere una mano all’opposizione: “La mia agenda non è repubblicana o democratica, è l’agenda del popolo americano. Insieme possiamo spezzare decenni di stallo politico, superare le vecchie divisioni, curare le vecchie ferite, costruire nuove coalizioni, forgiare nuove soluzioni e sbloccare il futuro dell’America. La decisione è nelle nostre mani. Voglio lavorare con il nuovo Congresso, dobbiamo govenare non come due partiti ma come un solo Paese”. Un segnale di distensione, che Trump ha ribadito anche su uno dei temi più controversi, quello dell’immigrazione. Ha invitato tutti a trovare un “compromesso e raggiungere un’intesa perché l’America sia più sicura”. Nessun passo indietro sul muro. Anche se ha smussato un po’ i toni: non parla più di emergenza nazionale ma conferma che il muro si farà. “Abbiamo il dovere – insiste – di creare un sistema immigratorio che protegga le vite e il lavoro dei nostri cittadini. Il muro salva vite e rende il Paese più sicuro. La tolleranza verso l’immigrazione clandestina – prosegue il presidente – non è compassionevole, è crudele. Voglio che le persone vengano nel nostro Paese, ma legalmente”. Trump ha parlato di “una barriera intelligente” e non più un “semplice muro di cemento”. E poi ha segnalato di aver inviato 3.750 militari al confine per fronteggiare il “terribile attacco” delle carovane dei migranti che arrivano dal Messico.

Con orgoglio Trump ha inoltre ricordato gli ottimi risultati dell’economia a stelle e strisce. “Dopo 24 mesi di rapidi progressi, la nostra economia è l’invidia del mondo. Abbiamo creato 5,3 milioni di nuovi posti di lavoro e siamo appena all’inizio. La vittoria non è la vittoria del nostro partito, ma di tutto il Paese”. Ha poi assicurato che per il prossimo anno la sua sarà “un’agenda per il popolo americano” con il focus su lavoro, il commercio, le infrastrutture, il controllo dei prezzi dei farmaci e l’immigrazione. Mentre in politica estera seguirà un corso “che mette gli interessi dell’America al primo posto”. Per fare questo, ha detto ancora rivolgendo un nuovo appello alla politica bipartisan ai democratici, interrompendo decenni di stallo politico. “Dobbiamo scegliere tra grandezza o impasse, risultati o resistenza, visione o vendetta, progressi incredibili o insensata distruzione. Questa sera – ha concluso – io vi chiedo di scegliere la grandezza”.

Ha parlato anche delle donne il presidente. “Nessuno ha beneficiato della prosperità della nostra economia più delle donne, che hanno occupato il 58% dei posti di lavoro creati lo scorso anno”. Trump ha poi lodato il grande numero di donne entrate al Congresso: “Esattamente un secolo dopo che il Congresso ha approvato l’emendamento costituzionale che ha riconosciuto alle donne il diritto di voto, abbiamo al Congresso un numero record di rappresentanti donne”. Questo passaggio del suo discorso ha suscitato applausi bipartisan e cori di approvazione, in particolare delle tante deputate e senatrici che, come era stato annunciato, si sono vestite di bianco (il colore delle suffragette). Nancy Pelosi, pur esprimendo soddisfazione per le parole del presidente, dopo però non ha mancato di sottolineare ai giornalisti che Trump si è dimenticato di riconoscere che delle oltre 100 donne che sono entrate quest’anno al Congresso “solo 15 sono repubblicane e 91 democratiche”.

L’ironico applauso di Nancy Pelosi a Trump

Il discorso integrale di Trump al Congresso