Sanders ci riprova: sfida a sinistra con Elizabeth Warren
A settantasette anni Bernie Sanders si rimette in corsa: correrà alle prossime primarie del Partito democratico, in vista delle presidenziali del 2020. “Insieme, voi, io e la nostra campagna del 2016 abbiamo iniziato la rivoluzione politica – ha detto in un’intervista alla radio pubblica del Vermont – ora è arrivato il momento di completare questa rivoluzione”. Tre anni fa fece sudare sette camicie alla “centrista” Hillary Clinton, ottenendo con la sua piattaforma politica ultra liberal, un grande consenso. Ora ci riprova. Punta a coinvolgere almeno un milione di persone “in un movimento di base di persone pronte ad alzarsi e lottare contro il presidente più pericoloso della storia moderna americana”. Secondo il senatore del Vermont Trump “è un bugiardo patologico, un razzista, un sessista, un omofobo, xenofobo”. A chi gli chiede se sia disposto a farsi da parte per fare spazio a un candidato più giovane, magari appartenente alle minoranze, Sanders risponde senza indugio: “Dobbiamo guardare ai candidati, non al colore della loro pelle, il loro orientamento sessuale, il loro genere e la loro età”.
Nel 2016 Sanders si rivolse agli elettori più progressisti e giovani, promettendo l’assistenza sanitaria pubblica per tutti, l’aumento del salario minimo a 15 dollari, l’istruzione universitaria gratuita, l’aumento delle tasse per i ricchi e la lotta dura ai cambiamenti climatici. Pur non avendo ottenuto la nomination, riuscì a spostare a sinistra il baricentro del partito dell’asinello che, anche a causa della sconfitta rimediata da Trump, si è spostato nettamente a sinistra. Così il manifesto elettorale dell’anziano senatore del Vermont è diventato il programma dei tanti candidati che hanno reso possibile la vittoria dei dem alla Camera nelle elezioni di midterm (Alexandria Ocasio Cortez ma non solo). E diversi altri candidati già scesi in campo per le primarie dem (già una decina) hanno nei loro programmi le stesse promesse elettorali di Sanders. “Tre anni fa abbiamo portato avanti un’agenda progressista e ci veniva detto che le nostre idee erano radicali ed estremiste – ricorda oggi Sanders – bene ora sono passati tre anni e come risultato milioni di americani hanno lottato, e quelle idee sono sempre più sostenuta da una maggioranza di americani”.
Intanto la senatrice democratica del Massachusetts Elizabeth Warren, pure lei candidata alle primarie dem, presenta la sua proposta di legge per assicurare i servizi essenziali per l’infanzia gratuiti (o a costi bassi) per tutte le famiglie. Secondo i media Usa il piano prevede un tetto massimo del 7% degli introiti di ogni famiglia da spendere per i servizi rivolti ai bambini inclusi asili e nidi. Nel caso di famiglie con reddito due volte inferiore alla soglia di povertà, i servizi saranno gratuiti. Il tutto si tradurrebbe in una spesa di 700 miliardi di dollari in 10 anni, quattro volte il budget che il governo federale destina ai servizi per l’infanzia.