Nati il 4 Luglio
“Il secondo giorno di luglio del 1776 sarà l’evento più memorabile della storia dell’America. Sono portato a credere che sarà celebrato dalle generazioni future come una grande festa commemorativa. Dovrebbe essere celebrato come il giorno della liberazione, attraverso solenni atti di devozione a Dio Onnipotente. Dovrebbe essere festeggiato con pompe e parate, con spettacoli, giochi, sport, spari, campane, falò ed illuminazioni, da un’estremità di questo continente all’altra, oggi e per sempre”. John Adams sbagliò di due giorni. In questa lettera alla moglie Abigail il futuro secondo presidente a stelle e strisce aveva previsto che il 2 luglio sarebbe stata la grande festa degli Stati Uniti d’America. Si decise, invece, di festeggiare il 4 luglio, giorno in cui fu mostrata in pubblico la Dichiarazione d’indipendenza. Fu il Massachusetts nel 1781 il primo stato a riconoscere il 4 luglio festa nazionale.
Tredici colonie britanniche del Nord America dichiararono la propria indipendenza dal Regno Unito esponendo le ragioni alla base di questa decisione.
Vi proponiamo due parti della celebre dichiarazione.
Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto a un altro popolo e assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata e uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell’umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione.
Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità…”.
(…)
Noi pertanto, Rappresentanti degli Stati Uniti d’America, riuniti in Congresso generale, appellandoci al Supremo Giudice dell’Universo per la rettitudine delle nostre intenzioni, nel nome e per l’autorità del buon popolo di queste Colonie, solennemente rendiamo di pubblica ragione e dichiariamo: che queste Colonie Unite sono, e per diritto devono essere, stati liberi e indipendenti; che esse sono sciolte da ogni sudditanza alla Corona britannica, e che ogni legame politico tra esse e lo Stato di Gran Bretagna è, e deve essere, del tutto sciolto; e che, come Stati liberi e indipendenti, essi hanno pieno potere di far guerra, concludere pace, contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che gli stati indipendenti possono a buon diritto fare. E in appoggio a questa dichiarazione, con salda fede nella protezione della Divina Provvidenza, reciprocamente impegniamo le nostre vite, i nostri beni e il nostro sacro onore”.
Nacque così il primo stato del mondo libero. La ribellione contro l’Impero britannico era scoppiata nel dicembre 1773, quando l’esercito del re aveva stroncato i moti indipendentisti noti come Boston Tea Party (per protestare contro i continui aumenti delle tasse un gruppo di giovani indipendentisti si travestì da indiani Mohawk, salì su alcune navi britanniche gettando in mare le casse di tè trovate a bordo). Queste le tredici colonie che approvarono l’indipendenza dalla Corona: Delaware, Pennsylvania, New Jersey, Georgia (si aggiunse in un secondo momento), Maryland, South Carolina, New Hampshire, Virginia, New York, North Carolina, Connecticut, Massachusetts e Rhode Island.
Il 4 luglio 2019
Il presidente Donald Trump lo aveva promesso: “Sarà uno spettacolo indimenticabile”. E così, sfidando le polemiche per le spese (2,5 milioni di dollari dal bilancio del National Park Service) ha organizzato una celebrazione in pompa magna stile festa della Bastiglia, a cui ha assistito con il presidente francese Macron. Due carri armati Adams da 70 tonnellate sono stati posizionati davanti al Lincoln Memorial di Washington dove Trump farà il suo “Tributo all’America”, circondato da migliaia di uomini in divisa. Verranno suonati gli inni di ciascun corpo delle forze armate mentre nei cieli sfrecceranno i Blue Angels (la squadra acrobatica della marina) e perfino l’Air Force One presidenziale. Tradizionalmente le celebrazioni per il 4 luglio non prevedono l’intervento del presidente ma solo una parata lungo il National Mall, un concerto di fronte a Capitol Hill e fuochi d’artificio accompagnati dalla National Symphony.
Per ridimensionare le polemiche Trump ha tenuto a precisare che sarà a lavoro anche oggi, nel giorno della festa dell’indipendenza. L’amministrazione Usa, ha scritto su Twitter, “sta lavorando sodo” per aggiungere la domanda sulla cittadinanza nel censimento del 2020. Ed ha denunciato come “fake news” le notizie secondo le quali aveva deciso di rinunciare ad inserire la domanda dopo che la Corte Suprema ha bocciato la giustificazione data dalla sua amministrazione a sostegno della legalità del quesito.