Secondo le stime di OpenSecrets, l’organizzazione senza scopo di lucro che monitora la trasparenza dei finanziamenti alla politica negli Stati Uniti, il fiume di denaro raccolto e speso dagli sfidanti per la poltrona della Casa Bianca ammonterebbe a circa 16 miliardi di dollari. Quattro anni fa si raggiunsero i 15,1 miliardi (18,3 tenuto conto dell’inflazione).

Ma chi paga?

Il sistema di finanziamento della politica americana è misto: privato e pubblico. I due attori principali che agiscono sono il Comitato legato al candidato presidente e il suo partito di appartenenza (National committee). Poi però vi sono altri protagonisti, che raccolgono e spendono soldi a favore dei candidati: i più famosi sono i PACs (Political action committee), organizzazioni indipendenti che possono finanziare i candidati, sia per le presidenziali che per altre elezioni (al Congresso o al livello locale). I Pacs raccolgono donazioni individuali girandolo ai candidati. Molto attivi sono anche i Super PACs (Super Political action committee), che si differenziano dai Pcs perché non possono fare donazioni dirette ai candidati ma solo agire attraverso una campagna che vada in parallelo a quella ufficiale.: o di supporto o contro un avversario. Non vanno poi dimenticati i cittadini che, a titolo personale, possono finanziare i politici.

Ci sono anche i fondi pubblici

Esiste però anche il finanziamento pubblico alla politica, non bisogna dimenticarlo. Istituito tra il 1971 e il 1974 con il Federal Election Campaign Act, la legge federale che regolamenta le campagne presidenziali americane. Fu questa legge a stabilire la nascita dei Pacs introducendo il sistema di trasparenza delle campagne elettorali, con l’obbligo di registrare tutti i movimenti alla Fec (Commissione elettorale federale). La legge istituisce anche il Presidential Election Campaigning Fund, un fondo che permette a tutti i cittadini di partecipare alla campagna elettorale. In che modo? Ogni cittadinopuò donare alla politica una parte delle proprie tasse sul reddito. Il fondo si aggira intorno ai 300 milioni di dollari e copre tutto l’arco della campagna presidenziale. In buona sostanza anche un candidato non milionario può, sulla carta, fare politica, a partire dalla Nomination Season (le elezioni primarie per scegliere i candidati di ciascun partito).)

Chi accetta i fondi pubblici però si vede imposto un limite: non può spendere più di 50 milioni. Che non sono pochi ma, viste le cifre che girano per le campagne elettorali negli ultimi anni, sono un’ienezia. Dal fondo alcune risorse vanno anche a coprire le convention dei due partiti principali, quelle che formalmente indicano gli sfidanti alla Casa Bianca. La fase finale delle campagna viene finanziata dai soldi pubblici solo se i candidati rinunciano esplicitamente ai finanziamenti privati. Cosa che non avviene più almeno dal 2000.

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