A qualcuno piace tutto degli Stati Uniti. Qualcun altro, invece, odia tutto ciò che riguarda gli States. Questioni di gusti e (spesso) di preconcetti o ideologie che dir si voglia. Ma non voglio parlare di questo. In questi giorni ha catturato la mia attenzione il post pubblicato su Facebook dal professor Alessandro Volpi, docente di Storia contemporanea all’Università di Pisa. Ve lo propongo nella speranza, per chi fosse interessato, di aprire un dibattito. Non tanto sulla giustizia (o ingiustizia) sociale quanto sugli effetti concreti di un sistema, quello sanitario, in cui lo stato di fatto è sparito e comandano i grandi fondi di investimento.

 

“Cos’è l’ingiustizia sociale. Negli Stati Uniti persino per essere soccorsi da un’ambulanaza occorre avere un’assicurazione sanitaria, indispensabile poi per il ricovero, le cure e tutto il resto dei trattamenti sanitari. Le assicurazioni sanitarie che “gesticono il mercato della salute” sono una decina circa: United Healthcare, Elevance Health, Centene, WellCare, Humana Inc., Cigna, Progyny, Alignment Healthcare. Cosa hanno in comune? Hanno, praticamente tutte, come azionisti principali Vanguard, BlackRock, State Street, che ne detengono partecipazioni azionarie intorno al 20-25%. Quindi, la sanità Usa è in mano delle Big Three che devono ottenere da tale settore rendimenti in grado di remunerare i propri azionisti e soprattutto i propri risparmiatori. Vale la pena ricordare che le stesse “Big Three” sono anche le azioniste di riferimento delle compagnie legali a cui si devono rivolgere i pazienti a cui l’assicurazione non paga la cura. In pratica, esiste una sola catena di controllo, totalmente finanziarizzata, che comprende le assicurazioni sanitarie e le compagnie legali che difendono sia le compagnie stesse sia i pazienti. Naturalmente le medesime Big Three sono anche le azioniste principali delle banche che concedono prestiti agli americani per farsi le assicurazioni sanitarie, dal momento che hanno il 25-30% della proprietà azionaria del sistema bancario a stelle e strisce. La democrazia del denaro e dell’ingiustizia sociale: il modello che stiamo replicando, in maniera pedissequa, anche in Europa”. (Alessandro Volpi)

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