Affaire Guidi – Gemelli, da 50 sfumature di grigio a 50 sfumature di greggio

Nell’immaginario collettivo di tutti noi esiste una figura nota: quella dell’arrampicatrice sociale, solitamente una giovane fanciulla di belle speranze che, in virtù della propria avvenenza, tenta di scalare posizioni sociali, politiche ed economiche in cambio di “favori” al potente di turno. Ebbene la vicenda che ha portato alle dimissioni da ministro dello Sviluppo Economico di Federica Guidi ci ha finalmente aperto gli occhi su una realtà altrettanto presente. Quella del bellimbusto arrivista, molto spesso supportato da doti di fascino e avvenenza, che si accompagna a donne influenti, potenti e in posizione di evidente superiorità per trarne benefici. Una sorta di Georges Duroy, il protagonista del romanzo Bel Amy che Maupassant diede alle stampe nel 1885. Prototipo attualissimo dell’arrampicatore sociale d’ogni tempo: l’uomo che scopre, ad un certo punto, di volere tutto dalla vita. E di avere la chiave d’accesso: le donne. Come il giovane Duroy arriva a Parigi dalla provincia in cerca di fortuna, l’ambizioso Gianluca Gemelli sogna per sè orizzonti ben più vasti della natìa Augusta. E la sua occasione arriva quando fa innamorare e sposa la figlia dell’uomo più potente del paese. Grazie all’azienda del suocero – general contractor del gruppo Foster Wheeler, progettista della piattaforma Vega che serve Eni ed Edison – Gianluca entra finalmente nel “giro giusto”, quello che lo può proiettare nella Roma degli affari e della politica, il suo sogno “proibito”. Il giovane è sveglio e svelto: si muove, stringe relazioni, briga, fà e disfà: fonda una sua società di servizi per la produzione di energia, costruzione, avviamento e manutenzione di impianti chimici, petrolchimici, petrolieri; si libera dell’influenza del suocero, lascia la moglie e nel 2008 diventa Vice Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria.
Ritornando a Bel Ami, Maupassant ci mostra un mondo popolato da persone ciniche, arriviste, vanitose e senza scrupoli, in cui ha la meglio chi riesce ad essere più furbo e manipolatore degli altri. Gemelli questo lo deve aver ben chiaro. E per farsi largo nel nuovo ambiente, ancora una volta la sua chiave di volta per la scalata sociale è una donna. Quella donna ha un ruolo e un nome (soprattutto un cognome) molto importante: Federica Guidi, leader dei giovani industriali e unica figlia ed erede di Guidalberto Guidi (Ducati Energia). Fra i due scocca la scintilla, nel 2012 fanno un figlio, non si sposano ma lei lo considera “come un marito”. Ancora una volta la buona sorte sembra assistere il nostro: Federica viene nominata da Renzi Ministro dello Sviluppo Economico. Un dicastero chiave per gli affari di Gemelli che, difatti, da ciò che emerge dalle intercettazioni telefoniche, non manca di manifestare ai suoi interlocutori tutto il proprio compiacimento per come riuscisse, per il proprio tornaconto personale e per la buona riuscita dei propri affari, a utilizzare il ruolo istituzionale ricoperto dalla propria compagna.
Si sa, la carne e’ debole e gli affetti spesso ci rendono ciechi. Per amore a volte le donne son disposte a far follie. Molto più degli uomini, che un barlume di razionalità lo mantengono sempre, gestiscono con maggior furbizia certe dinamiche. E soprattutto difficilmente mandano all’aria una carriera per un emendamento.
Sia ben chiaro, le markette alle lobby, siano esse del petrolio o di qualsiasi altro settore, sono sempre esistite e sempre esisteranno. Questa è venuta fuori perché, come al solito, i politici parlano al telefono con molta disinvoltura di elementi anche scottanti. Ma sarebbe stupido pensare che il tentativo di Guidi di favorire gli interessi del compagno (e della Total) siano un caso isolato. I lobbisti esistono e lottano fra noi, anche se in Italia facciamo finta di non accorgerci di un fenomeno ovunque regolamentato e irregimentato. In questo caso c’ è un conflitto di interessi “familiare” ma poteva esser un lobbista qualunque ad accordarsi col Ministro per far passare o reinserire un emendamento E il conflitto di interessi ci sarebbe stato ugualmente.
Senza negare però il fatto un favore ad un congiunto rende la questione sicuramente più odiosa in quanto rimanda all’italico vizio del “tengo famiglia”, sia esso declinato al “tengo figli” (la stesa Guidi e’ un’illustre figlia di), al “tengo amichetta da piazzare” o “compagno da favorire”. O al “tengo padre”, nuova tipologia recentemente comparsa nel nostro desolante panorama politico.
Peraltro va dato atto a Federica Guidi di aver presentato immediatamente le dimissioni, mostrando una dignità e un savoir faire istituzionale non comune ad altre figure del suo ex governo di appartenenza.
Molti commentatori hanno letto nelle sue affermazioni alla stampa di questi giorni, con cui ha voluto puntualizzare di intrattenere con Gemelli rapporti sporadici – é passata dal definirlo, nell’ordine: marito, compagno, padre del figlio fino a “non conviviamo, ci vediamo una volta a settimana” – una sorta di autodifesa, una presa di distanza.
Sicuramente l’ex ministro vuole prendere le distanze, ma da donna credo che soprattutto voglia prenderne le distanze “emotivamente”. Come se per la prima volta avesse aperto gli occhi e si fosse finalmente resa conto con chi avesse avuto a che fare in tutti questi anni.
Ed è quest’ultimo punto ciò che veramente fa riflettere: possibile che Guidi si sia lasciata manipolare per così tanto tempo?
A onor del vero da alcune telefonate intercettate emerge via via una sorta di presa di coscienza: in una conversazione si sfoga dicendogli “mi stai usando”. In un’altra del del 18 giugno 2015 i toni si fanno addirittura drammatici: “Non fai altro che chiedermi favori, con me ti comporti come un sultano… o mi sono rotta… a quarantasei anni… tu siccome stai con me e hai un figlio con me, mi tratti come una sguattera del Guatemala”. E ancora: “Io per te valgo meno di zero… le cose che ho fatto per te non vanno mai bene, non sono sufficienti”. Una donna ferita, senza dubbio. Ma che nonostante le recriminazioni poi finiva sempre e comunque per accontentare il suo uomo, a cedere alle sue insistenti e continue richieste di sponsorizzazione.
I casi sono due: o Gianluca Gemelli é davvero il Bel Amy del ventunesimo secolo, un abilissimo manipolatore, un fine persuasore, cinico e spietato che riesce ad ottenere dalle donne tutto ciò che vuole o la signora Guidi é molto ingenua. Una donna che frequenta le stanze del potere praticamente dalla nascita, che è abituata a gestire e intrattenere relazioni in un ambiente come quello dell’industria energetica e in quello di Confindustria che non sono esattamente l’Istituto delle Orsoline, per non parlare della gestione di un dicastero complicato come lo Sviluppo Economico, può farsi “dominare” e plagiare così da un uomo?
Nessuno ha intenzione di giudicare le dinamiche relazionali di una coppia – per carità! -, ognuno è liberissimo di gestire le proprie relazioni e le proprie emozioni come meglio crede. Si può rimanere intrappolati nelle trame di una Lolita, di un Bel Amy, di un cinico seduttore alla stregua del visconte di Valmont ne Le relazioni pericolose e si può persino cadere “vittime” come Anastasia Steele di un tenebroso dominatore alla Christian Grey in 50 sfumature di grigio. O di greggio.
Tutto lecito. Ma il mondo al di fuori della stanza da letto é un’altra cosa.  Soprattutto se hai incarichi istituzionali e le tue decisioni hanno pesanti ricadute sulla collettività che, in teoria, dovresti rappresentare.

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