Il Grande dittatore e The Interview
Di qualunque colore, continente o epoca siano, i dittatori hanno sempre il solito vizio: vogliono reprimere la libertà degli uomini. Ma se c’è una libertà che non può essere imprigionata, perché prima o poi riesce a rompere le catene, è la libertà di pensiero. Guai a pensare di poterla cancellare. Gli italiani poterono vedere al cinema “Il Grande dittatore”, di Charlie Chaplin, nel 1949. Il film era uscito nel 1940 (nel 1941 aveva vinto l’Oscar), ma in quasi tutta l’Europa ne era stata vietata la distribuzione per volere della Germania nazista. Poi la guerra fece il resto. In Gran Bretagna scattò un’autocensura, per non peggiorare i già difficili rapporti diplomatici con la Germania. Il precipitare degli eventi bellici fece sì che il film uscisse lo stesso nelle sale: la prima proiezione a Londra avvenne nel 1941.
Nessuno intende fare accostamenti irriguardosi fra il capolavoro di Chaplin e “The Interview”, l’ultimo film su cui è scattata una vergognosa e per fortuna fallita (almeno per ora) censura dopo le minacce degli hacker nordcoreani. “The Interview”, di Seth Rogen ed Evan Goldberg, di sicuro non passerà alla storia come un grande film. Non ha questa pretesa. Ma verrà ricordato per il tentativo di impedirne l’uscita nelle sale, perché la trama infastidisce Kim Jong-un, dittatore della Corea del Nord.
Dopo la marcia indietro della Sony, che preoccupata dalle minacce (e dalle gravi intrusioni degli hacker nei propri sistemi informatici) aveva bloccato la distribuzione del film, il film è uscito in trecento sale (sulle tremila previste). E a breve sarà scaricabile online (legalmente). Ma com’è The Interview? Qualcuno lo trova ripetitivo e banale, altri lo criticano perché tratta un tema estremamente delicato in modo troppo superficiale. Ma tutto questo conta poco o nulla. Bello o brutto che sia bisogna permettere a tutti di vederlo. Per una ragione semplice: non possiamo rinunciare alla libertà di scegliere cosa andare a vedere al cinema o cosa guardare in tv a casa nostra. Cedere alle minacce dei dittatori e a quelle dei loro sgherri armati di mouse sarebbe pericoloso.
Intanto lo scontro politico tra Usa e Corea del Nord non si ferma. Dopo l’incoraggiamento di Obama a far uscire “The Interview” al cinema (e l’appello raccolto dai distributori indipendenti), arriva la risposta di Pyongyang. La Commissione per la Difesa nazionale punta il dito contro il presidente Usa e lo accusa di aver incoraggiato la Sony a distribuire il film. “Obama è spericolato con le parole e le azioni come una scimmia in una foresta tropicale”.
I protagonisti di “The Interview” sono Dave Skylark, che conduce uno show di intrattenimento e informazione tv, e Aron Rapaport, produttore del programma. I due un giorno vengono a sapere che Kim Jong-un è un grande fan del programma. Così si mobilitano e riescono a ottenere un’intervista. Mentre organizzano il viaggio in Corea del Nord sono contattati da un’agente della Cia che consegna loro un veleno per uccidere il dittatore. Ma i piani non vanno come previsto, anche perché Skylark e Kim Jong-un diventano (quasi) amici, uniti dalla passione musicale per Katy Perry…
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