Filosofia e Convenienza.
Le scelte della vita a mio modo di vedere si possono fare per due ragioni: per filosofia o convenienza. La parola filosofia racchiude l’ etica, la visione politica, il credo religioso e tutto quello che è un qualcosa che deriva dal nostro pensiero, dalla nostra educazione e quindi qualcosa di immateriale che però ci condiziona. La convenienza ricomprende quella economica ovviamente, ma anche la paura di subire multe, sanzioni o rappresaglie. Una persona non fa del male ad un’ altra perché non lo ritiene giusto per religione ed etica, ma anche perché teme di finire in galera . Tutte le nostre scelte dipendono da ragioni di questo tipo. Che me ne viene? E’ giusto fare una cosa? Nel caso dalla Unione Europea se avessimo dovuto decidere di entrare o no cosa avremmo deciso? Iniziamo a vedere se ne abbiamo convenienza. L ‘ Italia è un paese fatto di individualisti, spesso geniali ma molto individualisti. Ed ecco il perché una delle principali ragioni del perchè esistano piccole e media aziende , piccoli e medi studi di avvocati o commercialisti e non grandi entità. Ognuno vuole essere il padrone a casa propria a costo di avere una casa più piccola ma davvero sua. E’ un bene? E’ un male? Non lo so davvero. A me piace perché mi sono trovato bene. Ciò che è ed era evidente è che questo è il contrario della globalizzazione, ed è il contrario della standardizzazione promossa dalla UE. A Bruxelles si stabilisce quanto deve essere curva una banana, quale grandezza deve avere un pomodoro, il colore di un altro frutto e quanti buchi deve avere un tostapane (uno solo). E’ una filosofia a cui grandi aziende si adeguano facilmente avendo possibilità di investimento e spesso conoscendo in anticipo cosa stia sul tavolo di Bruxelles. I tedeschi (e non solo)sono stati bravissimi ad occupare tutte le posizioni che veramente contano e vista la nostra litigiosità interna e la poca stabilità politica, i nostri politici non sono mai riusciti a promuovere regole che avvantaggiassero i produttori italiani a scapito di altri (ma non sarebbe giusto nemmeno questo). Le nocciole piemontesi distrutte da una normativa comunitaria, la inesistente tutela del Made In Italy, le contraffazioni di vini che si chiamano “Brunello” salvo essere qualità Tavernello e magari esportato come semilavorato (senza nulla togliere al Tavernello ottimo allo scopo). Gli esempi potrebbero essere mille. Un paese malato di eccesso di burocrazia che entra in UE e somma al proprio eccesso altre regole. Processi con tre infiniti gradi di giudizio che poi arrivano al quarto in UE. Ci è convenuto tutto questo? E tutto questo rispecchia la nostra filosofia? A noi piace un mondo standardizzato o no? Ci piace che non esista più la piccola libreria? Ci piace che non esista più l’ alimentari ma solo il supermarket? Ci conviene tutto questo? Alcuni studi dicono che per ogni posto di lavoro in un ipermercato si tolgono sette posti nei negozi. Certo che all’ ipermercato si risparmia ma poi magari non si ha stipendio e allora cosa spendi se non hai entrate? La globalizzazione sarà un fenomeno forse impossibile da contrastare , ma si potrà almeno rallentare invece di gettarcisi a braccia aperte senza il minimo dubbio? Io sono convinto che il destino dell’ Italia potrebbe essere quello di essere una grande nicchia. Turistica, di mercati del lusso, di tecnologia, di un sistema di vita e di pensiero differente. Fuori dagli schemi preconfezionati che non si addicono al nostro genio. Sempre se ce lo permetteranno. Voi che ne pensate? Vi stuzzica l’ idea?