Ricevo trimestralmente un report su Silver e Gold da un esperto che vuole restare anonimo . Ve lo riporto con i miei commenti finali.

 

Si  è chiuso un 2014 con diverse conferme e  taluni segnali inequivocabili.

1. Gli acquisti di Argento fisico sono stati talmente sostenuti che uno degli analisti più importanti sul silver ipotizza che dietro ci possa essere una grande banca americana.
2. I mercati finanziari sono così manipolati che hanno perso qualsiasi base etica.
Attualmente i prezzi di molte attività non sembrano più formarsi in maniera trasparente in base all’equilibrio della domanda e dell’offerta.
3. La sfiducia nel sistema dollaro cresce e diversi paesi stanno valutando, oppure hanno completato, il rimpatrio dell’oro depositato presso la Federal Reserve.
4. Il 2015 potrebbe essere un anno difficilissimo per i mercati emergenti ed in tal caso l’iniziativa di creare un sistema monetario alternativo al dollaro rischierebbe di ripercuotersi come un boomerang sulle monete nazionali di questi paesi.

Prima di sviluppare i 4 punti vorrei spendere qualche parola sull’anno difficile che hanno attraversato le miniere, in particolare quelle sull’Argento.
Il valore di borsa di queste aziende e’ ormai non significativo rispetto ai volumi negoziati sui mercati future del Gold e del Silver.
Manipolare i prezzi di queste società e’ diventato un gioco da ragazzi e bastano poche decine di milioni di dollari di vendite di titoli allo scoperto per fare scendere i corsi violentemente.
Questo è avvenuto negli ultimi anni, 2014 incluso, grazie ad interventi ben orchestrati e con timing impeccabili poiché sempre capaci di anticipare le fasi, ovviamente altrettanto ben coordinate, di ribasso dei future sui metalli.
I prezzi attuali dell’Oro e dell’Argento sono, per la maggior parte delle aziende, sotto il costo di estrazione ed in tale contesto risulta più semplice pilotare verso il basso le quotazioni delle aziende produttrici.
Tuttavia, la domanda di fisico e’ troppo forte e quindi i valori dei metalli non potranno restare ancora per molto così depressi.
Anche sul lato dell’offerta ci sono i primi segnali e negli ultimi mesi un importante azienda  produttrice di Argento ha annunciato che non venderà una buona parte delle sue estrazioni sino a quando il prezzo non tornerà a valori ragionevoli.
Sono diversi i fattori che lasciano intravedere un 2015 con rialzi sostenuti per l’Oro e per l’Argento, pur in un contesto di probabile proseguimento della manipolazione sugli stessi, e non si tratta del tipico ottimismo di inizio anno.

Veniamo ai 4 punti.

1. Record storico di monete Silver Eagles vendute nel 2014: 44 milioni di once.
Nel 2009 ne furono vendute 28 milioni, nel 2013, precedente massimo storico, 42 milioni. Pensate che per ogni moneta d’Oro di Gold Eagles sono state comprate 84 monete di Silver Eagles, mentre la produzione annuale di Argento nel mondo e’ solamente circa 10 volte superiore a quella dell’Oro.
Ted Butler, uno degli analisi più esperti al mondo di Silver, ha pubblicato in questi giorni un articolo dal titolo “the perfect crime” dove ipotizza che sia stata la banca americana JPM ad aver iniziato ad accumulare argento fisico negli ultimi anni, al prezzo che la stessa avrebbe deciso grazie alla manipolazione effettuata sul mercato future del Silver.
Questo poiché la banca sarebbe ben consapevole dell’assenza di stock di riserve di Argento nel mondo e del disequilibrio tra domanda ed offerta del metallo fisico, avendo la stessa dovuto gestire con grande difficoltà, una posizione scoperta enorme di Silver ereditata durante il salvataggio della Bearn Stears del 2008.
Proseguendo con i trend osservati sul mercato e’ importante rilevare che nell’ultimo mese di novembre l’India ha importato once di argento pari a quelle che importava in media annualmente sino al 2009. Il 2014, sempre in India, si sta chiudendo con importazioni a +30% rispetto al record storico precedente che era del 2013.
La Banca Centrale Cinese prosegue nell’accumulo di Oro acquistandolo dagli altri paesi (Novembre 2014 e’ stato il secondo miglior mese dell’anno). Inoltre per sostenere l’industria locale sembra che il governo sia pronto a comprare Oro a prezzi più alti di quelli di mercato.
La Russia, nonostante le recenti speculazioni di stampa sostenessero che stesse pensando di liquidare una parte dell’Oro acquistato negli ultimi anni per gestire la crisi, anche nell’ultimo mese di Novembre ha aumentato le sue Riserve segnando un nuovo massimo storico.
Entro la fine del primo trimestre del 2015 saranno disponibili tutti i dati della produzione e degli acquisti di Gold e di Silver dei vari paesi nel 2014 e ciò permetterà di fare delle valutazioni più puntuali.

2. Sostenere che oggi, per la finanza, ci sia ancora un mercato degno di questo nome e’ irreale. Le Banche Centrali stanno controllando i prezzi di quasi tutte le attività finanziarie, distruggendo al contempo il valore della moneta, per mantenere a galla un sistema finanziario in default.
Gli enormi acquisti del debito in circolazione e quindi le iniezioni di nuova moneta nel mercato hanno portato i tassi di interesse a medio lungo termine a valori talmente bassi nei mercati occidentali, da disincentivare l’acquisto dei titoli da parte degli investitori.
La nuova moneta viene infatti direzionata principalmente sui mercati azionari e sulle obbligazioni dei paesi emergenti (vedremo successivamente le implicazioni di questo).
La sopravvalutazione dei mercati azionari americani e’ difficilmente riscontrabile nel passato e questi prezzi di borsa non potranno essere facilmente sostenibili se non una sarà immessa in circolazione nuova moneta dalle Banche Centrali.
Controllando i prezzi dell’Oro e delle materie prime il regolatore della moneta si pone come obbiettivo principale proprio quello di nascondere il reale valore della carta.

3. Aveva iniziato il Venezuela, poi si era mossa la Germania e negli ultimi mesi del 2014 abbiamo assistito anche al referendum in Svizzera (vinse il No) in merito al rimpatrio delle riserve Auree sul proprio territorio. Il Venezuela ci riuscì, forse perché non erano troppe le once da recuperare; la Germania ha dovuto frenare le aspettative poiché la FED, nonostante la convenuta rateizzazione delle once, alla fine del primo anno non riuscì a rispettare gli impegni.
Molto strano poiché nel bilancio della FED risulterebbe un ampio quantitativo di Oro di proprietà.
Nelle ultime settimane si è allargata la schiera dei paesi che sta seriamente considerando il tema. A sorpresa l’Olanda ha dichiarato, a rimpatrio avvenuto, che il 20% delle riserve Auree depositate all’estero e’ nuovamente sul suo territorio. Pur essendo tre i paesi che detengono l’Oro olandese (America, Inghilterra e Canada), la quantità rimpatriata e’ stato richiesta interamente all’America.
Chissà, forse l’Olanda si sarà preoccupata per quanto accaduto alla Germania!
Adesso anche l’Austria ha avviato internamente la discussione per recuperare le sue riserve Auree depositate per lo più in territorio Inglese. Anche in Francia qualcosa si sta muovendo e il leader della destra Marine Le Pen ha scritto una lettera alla Banca Centrale Francese chiedendo di attivarsi per il rimpatrio del metallo giallo. La notizia mi ha colto di sorpresa poiché mi risultava che la Francia avesse le riserve già sul suo territorio, essendosi scottata nel 1971 quando chiedendo all’America, la conversione dei dollari in Oro (all’epoca c’era il cosiddetto Gold Standard), il Presidente americano decise in pochi giorni di abolire la convertibilità del dollaro in Oro, trasformando in “dollar standard” il precedente Gold Standard. Chissà perché?
Vedremo nei prossimi mesi se la Francia intraprenderà azioni concrete su questo fronte.
E’ inutile dirvi che l’Italia, terzo paese al mondo per riserve Auree, con un 50% circa delle stesse depositato all’estero, non ha ancora aperto il dibattito.

4. Con i tassi di interesse così Bassi e con una quantità di moneta in abbondanza assicurata dalla Federal Reserve, gli investitori negli ultimi anni hanno finanziato per quantità importanti i paesi emergenti. Si stimano 8 trilioni di dollari di debito per quelle aree, tant’è che la stessa Banca dei Regolamenti Internazionale ha ventilato il rischio di shock da dollaro per l’intera zona.
Bisogna considerare che mai in passato i paesi emergenti si erano indebitati così tanto, circa il 180% del loro PIL, oltretutto in una valuta che non controllano.
Il crollo del prezzo del Petrolio, del Gas e di altre materie prime che si è registrato nel secondo semestre di quest’anno (ribassi a due cifre, con il petrolio che è passato da oltre 90 dollari a barile a poco più di 50 dollari in pochi mesi) sta creando grandi pressioni sui paesi emergenti, le cui economie sono fortemente dipendenti dalle esportazioni di materie prime.
Una parte dell’industria energetica, estrae a costi superiori rispetto al prezzo del petrolio ed è per tale motivo che il settore e’ stato pesantemente colpito in borsa.
La rupia indonesiana, il real brasiliano, il rublo, la lira turca sono scese in maniera consistente verso dollaro ed i governi di tali paesi sono dovuti intervenire per arginare la speculazione.
Con il Petrolio e le materie prime in forte discesa saranno riviste le prospettive di crescita del PIL per i paesi emergenti.
In questo contesto, che cosa accadrebbe se la Federal Reserve dovesse avviare una stretta monetaria interrompendo l’immissione di nuova moneta?
La lezione della storia e’ sempre la stessa: mai indebitarsi eccessivamente in una moneta di cui non controlli la quantità e quindi il valore.
Se ciò accadrà i paesi del BRICS e delle aree emergenti incontrerebbero grosse difficoltà nel rifinanziare i debiti in scadenza e senza prestiti straordinari in valuta americana, taluni rischierebbero di fallire. A quel punto il tentativo di far nascere un sistema monetario alternativo al dollaro, almeno nei prossimi anni, si arresterebbe bruscamente.
Chapeau per la Fed se riuscirà nell’impresa!!

Il mio commento è che come sempre l’ Italia è uno dei paesi con i politicanti sempre più affaccendati a scannarsi, ma nessuno pronto a fare qualcosa a favore dei veri interessi del paese. Personalmente ho segnalato ad almeno 7 parlamentari il problema dell’ Oro della Banca D’ Italia (dovrebbe essere di proprietà degli italiani ma anche su questo dopo la rivalutazione delle quote Bankitalia esiste una fitta nebbia che  nessuno del governo si preoccupa di fugare) senza avere mai risposta o senza che alcuno se ne interessasse davvero. L’ Italia , come spesso accade parte in vantaggio su molti , ma lo spreca. Siamo la terza o quarta nazione al mondo per quantità di ORO posseduto. Dovremmo incrementarla e mantenere questo vantaggio . Oltre a questo  il governo dovrebbe chiarire per iscritto che la proprietà di quell’ Oro è dello Stato e quindi del Popolo Italiano. Quell’ Oro fa gola a tanti  lo abbiamo visto in passato. I tedeschi e la UE già più volte hanno tentato di farcelo mettere a garanzia contro pezzi di carta stampati dalla BCE. Il tentativo di costituzione dell’ EFR (European found of redemption) ne è solo l’ ultimo esempio. Bisogna vigilare affinchè il metodo Junker non produca i suoi effetti nefasti anche sull’ Oro degli italiani. E dove è il nostro Oro? Esiste ancora la parte depositata presso la FED? Perchè l’ Italia è l’ unico paese a non avere fatto nulla per il rimpatrio dell’ Oro del popolo italiano? Abbiamo paura di una rapina nei depositi di Bankitalia o di cosa? Guarda caso l’ Oro Ucraino è stata la prima cosa a sparire dopo la rivoluzione. Che significa? A voi le risposte.

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